UN CAMMINO IN COMUNE PER RAGGIUNGERE LA SALUTE

IL RAPPORTO MEDICO PAZIENTE

La fitoterapia ha una visone globale della malattia, più consona alla realtà dei fatti, e considera che la cura deve comprendere il cambiamento di uno stile di vita all’origine del problema. Il medico quindi non è solo un dispensatore di pillole, ma diviene una giuda nel complesso processo di guarigione. La conoscenza della fisiopatologia e della diagnosi differenziale è solo una parte del lavoro, perché un medico efficace deve conoscere e praticare alcune capacità di base: autenticità nel porsi, buona accettazione, ed empatia in modo da disporre il paziente ad abbassare le sue difese e rendersi disponibile alla cura e al cambiamento.

Per fare questo sono molto utili i principi umanistici, proposti da Carl Rogers, basati su una visione positiva dell’altro e una fiducia nella natura umana, in cui ogni individuo ha risorse interne per la crescita perché la natura umana è essenzialmente costruttiva e sociale e quando un terapeuta offre le condizioni di base dell’accettazione positiva, incondizionata ed empatica, sicuramente si metterà in moto il processo evolutivo.
Bisogna avere un grande rispetto della persona, perciò ogni paziente deve essere trattato sapendo che sa fare del suo meglio per crescere e auto-proteggersi, in base alle sue attuali circostanze interne ed esterne. Va evitato ogni ruolo autoritario o di controllo sugli altri cercando di condividere il potere con il cliente.
Per portare a buon fine il rapporto medico paziente sono necessari i seguenti tre aspetti: autenticità, accettazione, empatia.
1. Autenticità significa che il terapeuta per primo deve trovare il coraggio di essere se stesso e che non può pretendere dal cliente ciò per primo non ha il coraggio di fare.
2. Accettazione significa prendere in considerazione l’altro in modo incondizionato secondo l’atteggiamento: “posso non condividere ciò che fai, ma non ciò che sei” evitando giudizi secondo schemi personali di riferimento. Importante è la cura non possessiva rispettando l’altro nei tempi, nelle emozioni e nei comportamenti.
3. Empatia significa mettere da parte il proprio modo di sperimentare e percepire la realtà, preferendo sentire e rispondere alle esperienze e percezioni del paziente.

Ecco alcuni dei consigli di Carl Rogers per ottenere un buon rapporto col paziente:
• Essere precisi, evitare le generalizzazioni
• Assumere una postura accogliente, senza eccessive chiusure
• Non mettersi a discutere
• Non spingere la persona troppo oltre o troppo in fretta, accettando invece i suoi ritmi
• Non fare supposizioni e non fornire interpretazioni
• Proteggere la riservatezza del colloquio
In conclusione la chiave vincente è ESSERE EMPATICO. Secondo Carl Rogers vuol dire:

“ascoltare con sensibilità, cercare di dare un senso a quello che si ascolta, comprendere le esperienze dell’altro, verificare se si è compreso il significato con tutte le sfumature”

In questo modo la cura fitoterapica, diventa vera cura e non consiste solo nell’assumere il farmaco giusto per guarire. Non basta che il paziente sia capace di descrivere bene i sintomi e il medico ben preparato per ricercare il rimedio giusto, bisogna che un buon rapporto tra medico e paziente attivi in quest’ultimo un processo di guarigione con cambiamenti persistenti nel modo di gestire la vita.

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