La gestione della contaminazione microbica ambientale rappresenta un problema di particolare gravità per gli ambienti comunitari, in particolare per le strutture nosocomiali e di lunga degenza. La vaporizzazione degli oli essenziali (OE), noti agenti antimicrobici, potrebbe rappresentare un valido strumento per la riduzione di questo tipo di contaminazione. Scopo di questo studio è stato quindi quello di valutare l’efficacia della nebulizzazione di una miscela selezionata di OE nel ridurre la contaminazione microbica nelle stanze di degenza di una struttura di Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA).
It is well known that antimicrobial resistance represents today a major public health problem, and aside the minimization of the unnecessary prescribing or over prescribing of antibiotics, the investigation of complementary and appropriate infection control procedures represents an interesting therapeutic opportunity. Among the alternative strategies to those involving conventional sanitizing agents, the use of essential oils (EO) represents an experimental frontier in terms of safety, efficacy and patient’s compliance to antimicrobial treatments. The EO antimicrobial capacity have been extensively evaluated by several in vitro studies, which established their inhibitory activity against pathogenic bacteria, fungi, molds and yeasts [1].
GC–MS profiling of the phytochemical constituents of the oleoresin from Copaifera langsdorffii Desf. and a preliminary in vivo evaluation of its antipsoriatic effect.
La gemmoterapia basa i presupposti della sua attività biologica sull’impiego di tessuti meristematici vegetali e sul loro contenuto di prodotti del metabolismo primario…
Le medicine naturali sono ormai di moda e sono largamente richieste anche da parte dei pazienti che confidano in esse a causa della loro presunta assenza di effetti nocivi (per esempio: Quattropani C et al, 2003).
Negli ultimi anni la constatazione di quanto sia ormai diffuso il ricorso da parte della gente a “rimedi naturali” per i più svariati problemi di salute ha reso indispensabile confrontarsi con queste realtà e recensire le scuole e le fonti di sapere in questo campo da parte della Scienza biomedica moderna e degli Ordini professionali dei Medici in Italia e all’estero (per esempio: Eisenberg D, 1993; Ordine dei Medici e Chirurghi di Roma, 1998; Eisenberg DM et al, 1998; FNOMCeO, 1999; Ernst E, 1999; Schultz S, 2000; Menniti-Ippolito F et al, 2002; Parker M, 2003). D’altra parte sta crescendo anche la consapevolezza che le terapie che il sapere medico “ufficiale” può consigliare sono spesso limitate e comunque non scevre da rischi (una delle principali cause di morte nei paesi industrializzati è quella iatrogena: Philips DP, 1993; Bonn D, 1998).
In questa scheda viene presentata la letteratura più recente e significativa riguardante la Passiflora Incarnata.
Gli studi con estratto di pianta dimostrano effetto sedativo e ansiolitico con meccanismo non ancora certo, ma probabilmente agonista parziale del recettore per le benzodiazepine: infatti un monoflavone estratto dalla pianta, la Crisina, si è dimostrato essere un ligando per i recettori per le benzodiazepine, sia a livello centrale (con meccanismo competitivo) che periferico (con meccanismo di tipo misto). Segnalata anche azione ansiolitica, antispastica viscerale.
In questa scheda viene presentata la letteratura più recente e significativa riguardante il Biancospino.
Gli studi con estratto di pianta dimostrano effetti cardioattivi con meccanismo cAMP indipendente e simile a quello dei farmaci antiaritmici di classe III. Gli estratti standardizzati di Crataegus differiscono da altri farmaci inotropi positivi utilizzati nel trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica: hanno effetto inotropo, cronotropo, dromotropo e lusotropo positivi, ma batmotropo negativo, incrementano il flusso coronarico e la perfusione miocardica, riducono le resistenze periferiche ed hanno effetto antiaritmico e antifatica cardiaca. Invece il noto effetto sedativo e ansiolitico non e’ stato recentemente indagato e si esplicherebbe con meccanismo incerto. I componenti attivi della pianta sarebbero flavonoidi e procianidine.