Fitoterapia una storia millenaria

Fin dalle origini, l’uomo ha usato le piante per curarsi; esse hanno costituito la fonte da cui estrarre i farmaci per alleviare dolori e infermità; nel tempo si sono affinate le tecniche per la loro conservazione e per migliorarne l’assimilabilità. Ogni terapeuta era un esperto sulle piante più adatte ai vari mali.
Negli ultimi secoli la tecnologia è cambiata, l’era industriale ha cambiato il pensiero e il modo di vivere. Da poco più di 100 anni c’è stato l’introduzione della chimica nella medicina, con il suo grande sviluppo che ha solo 60 anni. Il grande impulso è iniziato dagli antibiotici e poi ha prodotto farmaci molto potenti e capaci di guarigioni inimmaginabili in passato, ma ha prodotto un nuovo modo di curare che tendente solo a togliere il sintomo ma che ha molti effetti collaterali. La fitoterapia invece ha un suo modo che si è evoluto con la civiltà e col pensiero umano. Vediamo come sono stati i vari modi di usare le piante nella storia.

FASE MAGICO-EMPIRICA

In epoca preistorica si iniziò con l’uso casuale di foglie, radici o semi che oltre alle proprietà nutritive hanno manifestavano effetti utili per la digestione, la rimarginazione delle ferite e la riduzione del dolore; oltre anche ai potenti azioni velenose di alcune di esse. Il pensiero dell’uomo primitivo era impregnato dell’idea magica, le forze della natura erano manifestazioni di esseri soprannaturali e così l’azione delle piante era espressione di divinità più o meno buone.
Si iniziò perciò con l’uso magico delle piante. Il potere di cura era riservato ai sacerdoti i soli uomini capaci di interagire e gestire queste forze. Erano i sacerdoti (sciamani, guaritori, uomo medicina) i conoscitori dei poteri presenti nelle piante e i soli capaci a somministrarli agli uomini. La conoscenza si basava sul grande intuito e capacità di percezione di persone addestrate che usavano le piante in modo rituale e magico in lunghe e articolate cerimonie. Le conoscenze fondamentali e raffinate venivano trasferite ai soli iniziati dopo adeguata preparazione . Accanto a questo era comunemente diffusa una capacità di base sull’uso di rimedi fatti con le piante e fondata sull’empirismo e sulla tradizione tramandata in modo orale.
Anche in epoca storica i centri medici erano i templi. La malattia era vista come un castigo della divinità e mediante adeguate espiazioni si riceveva la guarigione. Nei templi greci c’era una stanza particolare dove i malati stavano per una notte a contatto con la divinità per ricevere la guarigione o il responso sul loro destino interpretato dalla sacerdotessa.

FASE SCIENTIFICO-ANALOGICA

A partire dal quinto secolo prima di Cristo in tutto il continente Eurasiatico cominciarono a formarsi un pensiero filosofico che partendo dalla visione delle forze dalla natura cercava di uscire da visoni magiche e ha dato origine ad una filosofia che descrive il mondo come costituito da forze fondamentali che lo governano e che sono i gli elementi. Aria, Fuoco, Terra, Acqua ed Etere che si trovano anche nei viventi e perciò nell’uomo e ha dato origine alle grandi medicine tradizionali orientali Cinese e Indiana. Anche in occidente nella Grecia dei tempi di Pericle, grazie ad Ippocrate si sviluppa un tale pensiero che rifiuta la magia e si basa sull’osservazione del paziente, sui sintomi che presenta e sulle modalità di evoluzione della malattia. Ha stabilito la necessità dell’anamnesi e della semeiotica per fare la diagnosi e la prognosi di guarigione. Fu il primo a stabilire la necessità della cartella clinica e diede l’impostazione alla ricerca della causa (l’etiologia) tutti i termini delle procedure mediche vengono dalla scuola di Ippocrate. La patogenesi (evoluzione della malattia) era da ricercarsi nella errava commistione dei quattro umori che correvano per il corpo (sangue, flemma, bile gialla, bile nera) che potevano causare blocchi e alterazioni dando febbri, ascessi, e altri danni. La visione era basata sul pensiero analogico e la diagnosi si avvaleva della fisiognomica, le alterazioni del viso e del corpo erano analoghe ad alterazioni interne degli umori. Teofrasto suo discepolo scrisse un voluminoso sulle piante medicinali alcune sconosciute prima di quei tempi.
l romani presero questo pensiero medico e lo svilupparono, il più grande medico fu Galeno del secondo secolo d.C. che stabilì come fare la ricetta dei medicamenti ancora oggi detta “galenica” che descrisse più di 400 medicamenti vegetali indicando le loro proprietà e modalità di preparazione. Importanti trattati furono quello di Dioscoride medico militare del 1° secolo e Celso, nonché i Plinio che nella sua “Naturali Historia” elaborò una vera enciclopedia antica in cui tratta molto delle piante medicinali.

FASE DI CONSERVAZIONE DEL PENSIERO ANALOGICO – la medicina dei conventi

Nel medioevo il sapere ippocratico-galenico è trasmesso dai conventi che hanno tutti un orto botanico (detto “giardino dei semplici”) dove coltivano le piante medicinale e un laboratorio per la preparazione dei rimedi. Non vengono fatte innovazioni ma c’è solo la conservazione del metodo, usato per le malattie dei monaci e del popolo che richiede l’aiuto.
Grandi centri del sapere medico, anche questo di sola di conservazione del massaggio, sono la Scuola Salernitana e l’Università di Federico II a Napoli, sviluppatasi nel sud Italia con il contributo di influssi arabi ed ebrei. In Franci a Montpellier si sviluppò una università che continuò gli studi medici e diffuse le conoscenze delle piante.
Però i veri custodi e propagatori del pensiero ippocratico-galenico furono gli arabi che diedero origine all’Alchimia studio di preparazioni e forme farmaceutiche sempre più complesse che diedero origine da una parte alla moderna chimica e dall’altra al pensiero filosofico-esoterico. Tra i grandi medici arabi primeggia Avicenna (scienziato e filosofo persiano) che scrisse il “Canone della Medicina” vero trattato di tutto lo scibile medico del tempo in uso nelle università europee fino al 1600.

FASE DI SPERIMENTAZIONE

Il medico svizzero Paracelso fu anche alchimista e astrologo, attivo agli inizi del 1500, criticò il pensiero medico del tempo molto fisso e rigidamente ancorato agli studi teorici del passato. Promosse lo studio della natura dove disse che esisteva “la cura per ogni malattia” e cercò le forze guaritrici in essa contenute. Come rimedi preferì gli estratti delle piante che contenevano la ”quint’essenza” la vera forza del medicamento capace di operare la guarigione. Si può considerare la prima descrizione dei principi attivi delle piante. Chiamò i suoi medicinali spagirici e come base filosofica si rifece al pensiero degli alchimisti arabi e soprattutto degli antiche egiziani. Secondo Paracelso gli stati della natura sono tre e sono rappresentati da tre elementi base: sale, zolfo e mercurio, la loro armonia e unità è segno salute. Come terapia proponeva la teoria dei simili e non dei contrari. Il pensiero di Paracelso molto ostacolato quando era in vita, alla sua scomparsa rimase limitato ad alcune persone, ma rimase un riferimento i ricercatori luminati.
Nel seicento con Galileo e Newton si sviluppò il pensiero scientifico che lentamente si diffuse in tutti gli aspetti del sapere di allora, divenne la base di nuove scoperte tecnologiche che hanno dato origine alla società industriale.
Dalla seconda metà dell’ottocento la tecnologia arrivò alla chimica e alla farmaceutica. Si iniziarono a isolare i “principi attivi” dalle piante e ad usarli come terapici. Il primo fu la morfina, poi stricnina, chinina, atropina, ecc… Si ottennero farmaci molto attivi ed efficaci per casi acuti.
Nel 1870 fu sintetizzato in Germania l’acido salicilico e messo in commercio nel 1874 ad un prezzo 10 volte inferiore a quello ricavato dalla pianta. Nel 1876 sul Lancet fu pubblicato il primo studio clinico sull’efficacia
Nel 1889 fu sintetizzato il primo alcaloide chimico la coniina un alcaloide presente in natura nella cicuta (conium maculatum) ha attività anticolinergico e veniva usato come analgesico e antidolorifico

FASE DELL’ERA CHIMICA

Dal 1897 in un laboratorio del colorificio Bayer fu iniziata la produzione dell’acido acetil salicilico sostituendo un fenolo con l’acetile e creando il primo farmaco di sintesi nuovo non una copia di uno presente in natura e con meno effetti collaterali dell’acido salicilico di estrazione naturale. Fu diffuso in tutto il mondo con un brevetto sotto il nome di Aspirin (abbreviazione di acetylspirsäure). Solo nel 1970 si scoprì il suo meccanismo d’azione, l’inibizione della ciclossigenasi, un attivante dell’infiammazione e favorente dell’invio di messaggi dolorifici al cervello. Attualmente è farmaco ancora molto in uso come antiaggregante piastrinico per la prevenzione delle recidive degli infarti.
Nel 1944 fu sintetizzato il cortisone una sostanza con attività simile agli ormoni steroidei surrenali, nel 49 un medico americano riuscì a far andare in bicicletta un paziente disabilità grave da artrite reumatoide. ora è tra i farmaci più usati per la sua attività antinfiammatoria. Precedentemente in varie parti del mondo si usavano estratti di ghiandole surrenali di animali come antistress (usate dai piloti tedeschi nella seconda guerra mondiale) e in terapie antinfiammatorie.
Nel 1928 viene scoperta la penicillina da Alexander Fleming osservando una muffa che inibiva la crescita dei batteri su una piastra di cultura. ancora adesso è un prodotto di semisintesi per modifica di una sostanza prodotta dal Penicillum notatum fatta per migliorarne la farmacocinetica. Entrò in commercio dagli anni 50 e da allora ha rivoluzionato la patologia delle malattie infettive che non fanno più paura.
Nel 1903 fu commercializzato il primo sedativo ipnotico di origine chimica il Veronal un barbiturico con effetti miorilassanti e antidolorifici, ma con gravi effetti di dipendenza
Nel 1950 inizia la sintesi degli anti depressivi triciclici attivi nei disturbi dell’umore, il capostipite fu la clorpromazina (Largactil) all’inizio usati per tutti i disturbi psichiatrici comprese le psicosi poi l’uso fu ridimensionato pe ri numerosi effetti collaterali. Ora il Largactil è usato per dolore cronico specie se di natura sconosciuta.
Nel 1960 le benzodiazepine sostituirono i barbiturici come ansiolitici e ipnotici e attualmente sono tra i farmaci più diffusi.
Nel 1977 nasce la prima industria dei farmaci biologici che si basano su complesse tecnologie di ingegneria genetica che producono sequenze proteiche anticorpi monoclonali di grande purezza e specificità capaci di legarsi a siti e hanno capacità molto più specifica dei normali immunosoppressori. Sono usati per le malattie reumatiche la psoriasi e i tumori

L’ERA ATTUALE – UN NUOVO POSTO PER LA FITOTERAPIA

In poco più di un secolo, partendo dal principio attivo della pianta si è andata sviluppando la sintesi di molecole che hanno la possibilità di avere una costanza di azione e una maggior concentrazione di effetto, fino ad arrivare a molecole molto di diverse da quelle naturali e di grande efficacia sul sintomo. Sono nate grandi industrie chimico-farmaceutiche che sono tra le prime al mondo per fatturato alla pari di quelle dell’auto e del petrolio. Ciò però ha comportato alla scomparsa dell’uso delle piante nell’uso corrente e per primo tra i medici e i farmacisti.
Le università sono state prese dallo studio delle grandi possibilità delle nuove molecole hanno trascurato gli insegnamenti consolidati sull’uso di farmaci derivati da piante. Le piante sono state tolte dagli scaffali delle farmacie sostituite dai marchi dei chimici brevettati e sono andate in quelli delle erboristerie che comunque hanno mantenuto viva la tradizione e la pratica consolidata nel tempo.
La fitoterapia mantiene però il suo posto, le malattie non sono state sconfitte, anzi ne sono nate di nuove e alcune antiche come i tumori sono in spaventoso aumento, i farmaci così portentosi sono diventati notevole fonte di malattie dette iatrogene.
Ecco allora risorgere la cura con le piante che ha in sé un aspetto antico più in sintonia con la natura e i bisogni profondi dell’uomo, perché rispetta i ritmi e le caratteristiche individuali della persona. Sta crescendo l’uso di prodotti a base di piante, sta crescendo l’esigenza di una cura vera, non rivolta solo al fisico, ma volta al vero benessere perché tesa all’essenza autentica dell’uomo.

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