ACUFENI: UNA CURA INTEGRATA. CASO CLINICO DELLA DR.SSA PECORARO ANNA


DEFINIZIONE DI ACUFENI O TINNITO
E’ la percezione acustica di un suono in assenza di uno stimolo acustico.
Si tratta di un disturbo uditivo costituito da rumori come fischi, ronzii, fruscii o pulsazioni che possono essere percepiti come fastidiosi al punto di influire sulla qualità della vita del paziente in base agli effetti che comportano come l’interferenza con il sonno o le attività quotidiane, causare difficoltà di concentrazione, generare ansia.

Tale fastidiosa sensazione puo’ essere intermittente, continua o pulsante (sincrono con il battito cardiaco) e si puo’ aggravare in presenza di stanchezza, stress, dolori muscolo-scheletrici, rumori intensi o silenzi profondi.
Generalmente si accompagna ad una predita uditiva di grado variabile: le statistiche indicano che il 70-90% dei pazienti con acufeni, sottoposti a test audiometrico, presenta anche una qualche forma di deficit uditivo,
Il meccanismo causale non è ben definibile in quanto puo’ comparire come sintomo in quasi tutte le malattie dell’orecchio sia esterno, che medio, che interno: dall’ostruzione dovuto al cerume, ai processi infettivi, all’otosclerosi, alla sindrome di Menière, ai tumori, alle patologie cardio-vascolari, a fenomeni ischemici, a traumi acustici, a traumi cranici, stress emotivo, abuso di alcool ecc. ecc.
Talvolta si presenta senza una causa apparente.
Gli acufeni riconoscono anche cause di natura farmacologiche dovuto agli effetti collaterali di alcuni medicamenti (acufene ototossico): salicilati, ibuprofene, naproxene, gentamicina e altri.
Si calcola che ne sia affetta una percentuale variabile tra il 10% e il 15% della popolazione mondiale e che, in media, soltanto il 10-20% delle persone che ne soffrono si rivolgono al medico. Gli uomini sono piu’ inclini delle donne a soffrire di acufene, rispetto alle donne e l’incidenza aumenta in modo sostanziale on l’avanzare dell’età.
Oltre a misure di prevenzione come evitare l’esposizione ai rumori forti e limitare l’uso di cuffie ed auricolari, le attuali risorse terapeutiche consistono nel trattare la patologia di base, la dove viene riconosciuta, cosi come le turbe associate, con farmaci in grado di controllare l’ipertensione, l’ansia, la depressione, lo stress.
La terapia farmacologica prevede, quindi, l’utilizzo di l’uso di anestetici locali come il tocainide, benzodiazepine, antidepressivi triciclici, calcioantagonisti: farmaci che possono causare altri effetti collaterali potenzialmente seri.
Anche l’agopuntura viene indicata come un mezzo terapeutico.

PRINCIPI DI FITOTERAPIA
Tramite la Fitoterapia si possono impiegare delle piante medicinali per risolvere o ridurre il problema degli acufeni in modo efficace e sicuro.
I Fitofarmaci sono in grado di svolgere un’azione sia riequilibrare sull’organismo nel suo insieme che sul sintomo agendo sia sui fattori causanti e che contingenti.
Per esempio: per agire su acufeni in cui si associano delle turbe vascolari e infiammatorie la scelta andrà su Ruscus aculeatus, Ginkgo biloba, Sorbus domestica. Nel caso di acufeni associati a stress e depressione si puo’ utilizzare Rhodiola rosea o Tilia tormentosa.

CASO CLINICO
Nel Marzo del 2018, la Paziente, donna di 59 anni , avverte un acufeni (o Tinnito) all’orecchio destro. Questo è insorto improvvisamente senza segni prodromici ne conseguente ad eventi traumatici.

L’ acufeni è descritto dalla paziente come un fruscio, talvolta un fischio

La Paziente non assume farmaci particolari che potrebbero annoverare, tra gli effetti indesiderati, l’insorgenza di acufeni e, inoltre, non è affetta da patologia ipertensiva ne da patologie vascolari o patologie ematiche.
Non presenta cervicalgia associata a sindromi vertiginose.
Sporadici stati stress.

L’esame otorinolaringoiatrico, eseguito dalla paziente, è negativo per lesioni primitive dell’orecchio o altre forme patologiche correlabili al fenomeno.

In base a quanto è emerso dall’anamnesi e dagli altri dati raccolti, si consiglia, a scopo terapeutico, dei fitoterapici a base di Ginkgo biloba e Sorbus domestica.

SORBUS DOMESTICA
Famiglia: Rosacee
Genere: Sorbus
Nome comune: sorbo domestico
È un albero da frutto della famiglia delle Rosacee i cui frutti vengono comunemente chiamati “ sorbole”.
È una pianta molto resistente al freddo, in grado di resistere anche a molti parassiti.
È distribuito nell’ Europa meridionale, spontaneo in quasi tutta l’Italia ( tranne Val d’Aosta e Lombardia) dal livello del mare fino a 800m di quota soprattutto nei querceti ma si associa bene anche all’olmo campestre. Si adatta a vari terreni soprattutto argillosi e prevalentemente calcarei e con una buona esposizione al sole.
L’albero è caducifoglie e latifoglie e puo’ arrivare a 10-12 m di altezza.
Il sorbo è un’albero longevo a crescita lenta che puo’ diventare centenario.
La chioma è tondeggiante, la corteccia è liscia e grigiastra ed il legno è duro e compatto.
La gemma è quasi glabla e vischiosa.
I fiori sono bianchi rotondeggiantie con corolle a cinque petali, le foglie sono bipennate e lunghe fino a 20 cm.
I frutti sono dei pomi subglobosi (2-3 cm) e, a maturità, di colore giallo rossastro, punteggiato che si raccolgono tra settembre ed ottobre per essere conservati nella paglia al fine di ridurre il tasso di tannini presenti.
Questi frutti contengono sorbitolo, uno zucchero con importanti caratteristiche nutrizionali molto usato nell’industria alimentare, Vitamina C ed acido malico che gli conferisce il caratteristico sapore acidulo.
Il seme è piatto, angoloso e bruno immerso nella polpa verdognola e dolce.
Le sorbole, in uso nella tradizione popolare, erano assai diffusi nei secoli passati: negli ultimi decenni il loro consumo e la diffusione è andato diminuendo in modo notevole.
In fitoterapia il Sorbo domestico è considerato un grande regolatore della circolazione venosa in grado di ridurre i fenomeni congestizi.
Si utilizza per tonificare le pareti venose in caso di insufficienza venosa: flebiti, varici e stasi venose.
È indicato nei disturbi circolatori della menopausa, cefalee ed acufeni.

GINGKO BILOBA
Famiglia: Ginkgoaceae
E’ un albero originario della Cina e del Giappone, introdotto in Europa nel 1754,
attualmente popola parchi e ed orti botanici dove puo’ raggiungere i 40 metri di altezza.
E’ una specie vegetale antichissima appartenente alle Gimnosperme: le Ginkgoine.
Il Gikgo biloba è presente sulla terra da circa 250 milioni di anni: viene , di conseguenza, considerato un fossile vivente. Ma, oltre essere l’albero piu’ antico presente sulla terra, è anche il piu’ longevo, potendo vivere fino a 1000 anni.
In Giappone è considerato un’albero sacro e lo si trova accanto ai templi.
Questo albero presenta un’elevata resistenza alla siccità, al freddo (-34) e all’inquinamento atmosferico.
Si presenta con una corteccia liscia e di color argento, nelle piante giovani, che con l’andare degli anni assume una colorazione grigio-brunastro fino al marrone scuro.
Le foglie sono caduche a forma di ventaglio leggermente bilobate, di colore verde chiaro che in autunno diventano giallo oro.
Le foglie contengono flavonoidi, lattoni terpenici, amminoacidi, acido benzoico, polifenoli, ecc.ecc.
La Commissione E tedesca raccomanda il Ginkgo biloba in tre categorie di disturbi:
1- Disturbi relativi ai deficit cognitivi: indebolimento della memoria, demenza vascolare e cognitivo di tipo Alzheimer, difficoltà di concentrazione
2- Difficoltà motorie: claudicazio intermittens
3- Trattamento di vertigine e ronzio auricolare
In tutti questi casi sono stati attuati degli studi randomizzati, in doppio cieco, con placebo e con revisioni sistemiche.
Alle dosi raccomandate il Ginkgo è ben tollerato: si raccomanda estrema cautela nella contemporanea somministrazione e di farmaci anticoagulanti o antiaggreganti piastrinici.

TRATTAMENTO FITOTERAPICO
La terapia impostata prevede:
1) Ginkgo biloba MG 1 DH– gemmoterapico- macerato glicerico: 40 gocce diluite in poca acqua da assumersi al risveglio prima di colazione.
Motivo della scelta: è un fluidificante del sangue indicato nelle malattie vascolari con lesioni degenerative e alterazioni endoteliali. Per questo motivo migliora la circolazione arteriosa del distretto cerebrale e periferico, aumentando l’ossigenazione e riducendo l’aggregazione piastrinica. Inoltre possiede azione antiossidante e anti radicali liberi.
Il Ginkgo puo’ interferire con i processi di coagulazione del sangue è quindi richiesta la massima cautela nella contemporanea somministrazione di farmaci antiaggreganti

2) Sorbus domestica MD 1 DH – gemmoterapico-macerato glicerico
30 (max 40) gocce diluite in poca acqua per due volte al giorno da assumersi prima dei pasti principali.
Motivo della scelta: è un grande regolatore della circolazione del sangue ed è in grado di tonificare le pareti dei vasi. Presenta una specificità in caso di acufeni e sordità sia sostenuti da timpanosclerosi che comparsi in seguito ad infezioni oppure da spasmo vascolare o aumento della pressione arteriosa minima.
La durata della terapia impostata è di tre mesi.
Considerando di valutare l’entità del disturbo in scala numerica da 0 ( nessun disturbo) a 10 ( disturbo insopportabile) la paziente indica il suo fastidio con valore 8.
Si decide per una valutazione del disturbo a distanza di tempo prestabilito:
– Prima valutazione a distanza di un mese: viene indicato un miglioramento che porta il disturbo classificabile a 5.
– Seconda valutazione a distanza di due mesi: si riferisce un’ ulteriore riduzione del fenomeno che si attesta a 2.
– Terza valutazione a distanza di tre mesi: il disturbo si è stabilizzato a 2 e, talvolta, viene descritto come un “fenomeno di fondo” non sempre palese.

Si ha cura di evitare tutte quelle situazioni comportanti rumori eccessivi che potrebbero sollecitare in modo abnorme l’apparato acustico.

Si osserva qualche saltuaria recrudescenza dell’acufeni, generalmente di breve durata e correlata a stati di stress.

A distanza di 6 mesi l’acufeni ha avuto un episodo di riacutizzazione: si è consigliato la ripetizione della terapia con la stessa modalità e posologia.
Si discute con la paziente un eventuale supporto fitoterapico per la gestione dello stress.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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• Selezione dal Reader’s digest – Segreti e virtu’ delle piante medicinali -1984 Milano
• Sotte L. Muccioli M. Pippa L. –Farmacologia Cinese – Casa Editrice Ambrosiana 2014 Milano

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