CAMOMILLA ANTINFIAMMATORIA E SPASMOLITICA : monografia della dr.ssa Locatelli Margherita


Detta anche Matricaria Chamomilla, è chiamata anche semplicemente Matricaria, Camomilla comune o tedesca. La parola camomilla, usata nel gergo comune, deriva dalla parola greca khamaimelon, che significa “piccola mela” , così come la traduzione spagnola di camomilla, manzanilla (piccola mela) in quanto il profumo del fiore ricorda quello di questo frutto. È forse la più popolare di tutte le piante medicinali nonché l’erba medicinale più venduta e acquistata in assoluto. Fortemente aromatica, cresce spontaneamente e abbondantemente in tutta Italia nei campi incolti, nei terreni argillosi e aridi, nei prati delle foreste, sui detriti, nei viottoli campestri, nei campi di granturco, grano, trifoglio, patate e barbabietole sebbene, purtroppo l’esagerata concimazione chimica e l’uso di erbicidi, distruggono gran parte di questa splendida pianta spontanea. Si tratta di una pianta erbacea annua appartenente alla famiglia delle Asteraceae/Compositae, che presenta un fusto eretto molto sottile con foglie filiformi e fiori con bottone giallo e dai petali lisci bianchi simili a margheritine che fioriscono, con particolare abbondanza dopo un inverno o una primavera umida, nel periodo che va dalla fine di marzo sino a settembre. Diversamente dalla camomilla spontanea o falsa camomilla la Matricaria Recutita ha il capolino vuoto; il profumo è aromatico e piacevole, comunemente riconoscibile .
STORIA E USI POPOLARI
La camomilla è una pianta della tradizione antica, usata in erboristeria come sedativo, antinfiammatorio e lenitivo e assunta sotto forma di infusi decotti cataplasmi, oleoliti e vapori. Questo fiore, il cui significato tradizionalmente è traducibile in “forza nelle avversità” , ha un origine estesa a tutta l’Europa, Asia e America del Nord. Addirittura presenza di tracce di camomilla vennero ritrovate all’interno del bendaggio di alcune mummie nell’antico Egitto. Questa pianta veniva infatti venerata dagli antichi Egizi come simbolo del Dio Sole, usata come rimedio febbrifugo e antidolorifico dagli antichi Greci e Romani, studiata e descritta da erboristi alchimisti e scienziati di ogni epoca e regione, è sempre stata considerata da sola o in associazione ad altre erbe officinali, un ottimo rimedio per risolvere innumerevoli malanni. Purtroppo con l‘avvento della scienza chimica venne poi relegata ad un ruolo insignificante, sebbene permanga ad oggi tra le più diffuse bevande ad uso domestico e a distribuzione industriale. In passato inoltre questa pianticella veniva considerata dai giardinieri un aiuto a fortificare e risanare le altre piante indebolite o ammalate, per questo motivo venivano piantati cespugli di camomilla accanto a quelli sofferenti e pare che in breve tempo si potesse verificare un effettivo miglioramento dello stato di salute di queste ultime piante. In veterinaria, molto utile per trattare lo scorbuto dei suini, veniva utilizzato un infuso di 10 gr di radice di tormentilla, 10 gr di radice di cadmo aromatico, 1 gr di solfato di ferro e una manciata di fiori di camomilla in un litro di acqua, somministrato all’animale affetto con il normale beveraggio.
Ancora un comune, popolare utilizzo della camomilla, piuttosto casalingo in realtà, sfrutta le proprietà schiarenti e addolcenti di questo piccolo fiore per mantenere ed esaltare ai capelli biondi o castani bei riflessi dorati, aggiungendo allo shampoo usuale una tazzina di infuso concentrato di camomilla. La schiuma deve essere lasciata in posa 5 minuti prima del risciacquo; mentre per
schiarire i capelli una lozione estremamente efficace è composta da 25 gr di fiori di Matricaria, 15 gr di radice di rabarbaro, in decotto in una tazza di acqua e mezzo litro di vino bianco. Frizionare a lungo la chioma dopo il normale lavaggio.

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