CIMICIFUGA PIANTA DELLA MENOPAUSA. MONOGRAFIA DI DOTT.SSA STOCCHETTI SAMANTA


Descrizione e storia della Cimicifuga
La CIMICIFUGA (Actaea racemosa) è una pianta tradizionalmente usata dalle popolazioni indigene americane come rimedio per i sintomi della menopausa, per problemi mestruali e per facilitare il parto; pertanto chiamata comunemente ‘erba delle donne’.
E’ una pianta della famiglia delle Ranuculacee originaria del Nord America che attualmente viene coltivata anche in Europa.

Nello specifico è una pianta erbacea perenne alta un metro e mezzo, caratterizzata da grandi foglie e da piccoli fiori bianchi.
Il suo nome Cimicifuga racemosa allude al presunto utilizzo nell’ allontanare le cimici (attività insettifuga) per il forte odore che emana (herbe aux punaises).
Nel 1830 la Cimicifuga ottenne il primo riconoscimento ufficiale, entrando nella Farmacopea Americana con il nome Black snakeroot (radice di serpente).
In Europa invece si deve aspettare fino al 1956 quando in Germania vengono introdotti i primi prodotti a base di estratto secco di Cimicifuga in capsule, per contrastare i sintomi menopausali.
Solo però dagli anni ottanta si ebbe un’approfondita ricerca sull’utilizzo della pianta in menopausa. Il primo studio controllato verso placebo risale al 1986.
Dal 2000 al 2015 poi sono stati pubblicati 28 studi clinici realizzati da equipe di varie parti del mondo.
In tali studi 11000 pazienti in totale avevano assunto fitoterapici a base di Cimicifuga racemosa; di questi il 93% avevano consumato l’estratto isopropanolonico.
Sono stati quindi pubblicati numerosi studi scientifici sia ossevazionali, che clinici, basati sulla comprensione della sua efficacia, sull’individuazione dei componenti attivi, e sulla comprensione de meccanismo d’azione.
Tali studi dimostrano la sicurezza dell’estratto; infatti iCR (estratto isopropanolonico) soddisfa i requisiti normativi per i trattamenti a lungo termine ed è risultato sicuro per i tessuti sensibili agli estrogeni come seno, utero, o tumori.

Estratto e composizione.
L’estratto secco di Cimicifuga si ottiene dalla radice.
I componenti più significativi della pianta sono i glicosidi triterpenici (acteina, 27-deossiacteina, cimifugoside), gli acidi fenolici, (caffeico, fukinolico ed isoferulico) gli alcaloidi chinozolinici (cistina, metilcistina), i flavonoidi e le resine.

Il meccanismo d’azione
Non è ancora ben chiaro anche se gli studi più recenti sembrano rilevare un’attività a livello cerebrale, in particolare il fitocomplesso della cimicifuga agisce regolando la concentrazione di specifiche sostanze presenti nel cervello (dopamina, serotonina, GABA).
Tali alterazioni a livello cerebrale sono legate all’insorgenza dei sintomi tipici della fase del climaterio e della menopausa.
Ad esempio, le alterazioni della serotonina e della noradrenalina non solo favoriscono ansia e irritabilità, tendenza alla depressione nelle donne in menopausa, ma possono essere associate ad anomalie della termoregolazione corporea, favorendo l’insorgenza di vampate di calore e sudorazioni notturne, così come un aumento dell’appetito.
Studi recenti ascriverebbero alla N-metilserotonina la regolazione proprio di questi sistemi e hanno inoltre evidenziato effetti positivi dell’estratto di Cimicifuga sul tessuto osseo.
Inoltre sembra che la Cimicifuga sia anche capace di esercitare un’azione rilassante nei confronti della muscolatura liscia uterina.
Oltre ad agire sulla sindrome menopausale, ha anche una azione anti-infiammatoria e anti-reumatica.

Precauzioni e modalità d’uso
Sono stati riscontrati alcuni casi di problematiche al fegato legate all’utilizzo della pianta come subittero e ittero, urine ipercromiche per cui è necessario una valutazione approfondita con il proprio medico per quanto riguarda l’assunzione di Cimicifuga nelle donne con problematiche epatiche.
Sono stati segnalati anche episodi isolati di disturbi gastrointestinali e reazione allergiche (orticaria, esantema, prurito).
Controindicazioni assolute alla somministrazione di Cimicifuga sono tumori estrogeno-dipendenti anche pregressi e l’assunzione di terapie ormonali sostitutive; inoltre la pianta contiene salicilati per cui non deve esser assunta da soggetti allergici all’acido acetisalicilico.
Sebbene non sono stati segnalati/ effettuati studi clinici rilevanti sulla cimicifuga in donne in gravidanza non si consiglia l’assunzione in gravidanza.

La Cimicifuga si trova in commercio come:
Tintura madre di Cimicifuga racemosa, estratto idroalcolico rapporto pianta di partenza 1:10;grado alcolico 65° tintura madre, da assumere 30 gtt 2 volte die.
Estratto secco singolo per il contrasto dei sintomi della menopausa, da assumere per via orale con rapporto di estrazione del 4.58-5:1; o 5-10:1; con solvente di estrazione etanolo del 55%- 60% v/v oppure come solvente il propan -2 –olo al 40% .
Estratto in associazione con gli isoflavonoidi della soia, con uguale indicazione ma con il limite dell’azione estrogeno simile per alcune donne.
Estratto in associazione ad altre piante (Valeriana,Melissa Passiflora) per favorire il controllo del sonno, dell’ansia.
Estratto in associazione con vitamine e minerali (carenti nella donna in menopausa come la vitamina B6, il calcio e la vitamina D)
Si consiglia, se si utilizzano i rizomi polverizzati della pianta, l’assunzione di circa 40-200 mg di prodotto al giorno.
La corretta posologia deve essere stabilita dal medico in relazione alla situazione clinica della paziente.
L’efficacia terapeutica di queste preparazioni può richiedere, per manifestarsi, almeno un periodo d’uso superiore delle due settimane.

Biochemistry and Mollecular Biology ha pubblicato un articolo (Jan 2014) in cui si analizza l’impatto complessivo del trattamento con cimicifuga (o Actaea racemosa) nelle donne in post menopausa.
Come noto, nelle donne in post menopausa gli estrogeni in combinazione con progestinici, determinano effetti benefici sui disturbi della menopausa e dell’osteoporosi, ma la terapia ormonale sostitutiva comporta un aumento del rischio di carcinomi mammari e malattie cardiovascolari.
Generalmente i fitoestrogeni a basse dosi hanno poco o nessun effetto sui disturbi della menopausa mentre ad elevate dosi mimano gli effetti degli estrogeni.
Una serie di sostanze derivate dai vegetali sono attualmente intensamente studiate.
Gli estratti di rizoma di Cimicifuga racemosa non si legano ai recettori degli estrogeni e hanno dimostrato di essere privi di effetti estrogenici sulle cellule tumorali mammarie in vitro e altri risultati analoghi in modelli animali.
Nel ratto l’estratto speciale CR BNO 1055 ha inibito la comparsa di vampate di calore e lo sviluppo di osteoporosi.
Nelle donne in post menopausa lo stesso estratto ne ha ridotto i suoi principali disturbi più efficacemente degli estrogeni coniugati ed è risultato significativamente superiore al placebo.
In tutti gli studi europei non sono stati osservati effetti sull’utero e sulle ghiandole mammarie.
I composti efficaci presenti nella cimicifuga esercitano effetti dopaminergici, noradrenergici, gabaergici e serotoninergici, tutte attività che sono state dimostrate e in alcuni casi, anche esattamente identificate.
Da The Journal of steroid Biochem Biol 2014, Jan; 139: 302

BIBLIOGRAFIA:
Rivista scientifica Natural 1 (novembre 2001 pag 86) 2013
Harrison ME Case Rep Gastrenterol 2017; 11:23-28
Capasso F.,Grandolini G.,Izzo A.A. Fitoterapia-Impiego razionale delle droghe vegeta-li. Ed.Springer, 2006
The Journal of steroid Biochem Biol 2014, Jan; 139: 302
Henneicke-von Zepein “60 years of Cimicifuga racemosa medicinal product (Wien Med Wochenschr. 2017; 167 (7-8):147-159

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