DERMATITE ATOPICA STEROIDO-RESISTENTE. CASO CLINICO di mendico allievo


Uomo di 50 anni che in Gennaio 2018 giungeva alla mia osservazione per una dermatite eczematosa cronica, pruriginosa, localizzata al tronco e agli arti superiori. Tale dermatite era comparsa circa 1 anno prima ed era rimasta nel tempo persistente con fasi di riacutizzazione. Su consiglio del medico di medicina generale, la dermatite era stata trattata localmente con Steroidi di media potenza in modo continuativo negli ultimi 2 mesi, senza effetto clinico se non per un lieve miglioramento della sintomatologia pruriginosa.

Il paziente era affetto da ipertensione arteriosa da circa 5 anni, in terapia continuativa con Triatec. Presentava un buono stato di salute generale, eccetto che per un alvo alterno, con meteorismo. Periodo di aumentato stress psico-fisico. Assenti manifestazioni di tipo respiratorio, buon sonno notturno. Storia personale negativa per allergie. Lavoro: contadino.

Esame obiettivo
All’esame obiettivo rilevavo la presenza di una dermatite secca e lichenificata, con diffuse lesioni da grattamento, localizzata al dorso, parte del torace e degli arti superiori. Xerosi cutanea diffusa con cheratosi pilare agli arti superiori.

Primi interventi
Procedevo con la prescrizione di esami di laboratorio di routine, compresa funzionalità renale, epatica e tiroidea, Vitamina D, vitamina B12, Ab anti transglutaminasi tissutale IgG e IgA, IgA totali, IgE totali, Phadiatop e IgE specifiche pannello inalanti.

Consigliavo inoltre la seguente terapia:
-detergente in formulazione oleosa privo di conservanti, consigliando di fare docce poco frequenti, con acqua non troppo calda e di breve durata.
-utilizzo quotidiano su tutto il corpo, soprattutto dopo la doccia, di crema emolliente contenente lipidi fisiologici per un ripristino della barriera cutanea.
-sulla dermatite applicazione di una pomata alla CALENDULA da coltivazione biologica 2 volte al giorno per 1 mese
-RIBES NIGRUM Macerato glicerico 1 DH 50 gocce tre volte al giorno (con un po’ d’acqua, prima del pasto) per il primo mese, quindi 2 volte al giorno.
-supplementazione di magnesio citrato (circa 400 mg al giorno) per almeno 3 mesi
-supplemento di Colecalciferolo D3 (in attesa dei valori sierici richiesti) di 50.000 UI ogni 2 settimane.
-alimentazione: ridurre il consumo di zuccheri e farine raffinate, di alimenti industriali, conservati e additivati, di carni lavorate; aumentare il consumo di verdura e frutta di stagione e di cibi contenenti adeguate quantità di fibre vegetali, soprattutto cereali integrali (possibilmente da coltivazione biologica/biodinamica).

Seconda visita
Il paziente tornava alla visita di controllo con i referti dopo circa 1 mese e mezzo. Riferiva la completa scomparsa della sintomatologia pruriginosa e l’assenza di effetti collaterali con la terapia sistemica prescritta.
Obiettivamente rilevavo la completa guarigione della dermatite, sia al tronco che agli arti, e un miglioramento generale della secchezza cutanea.
Il paziente aveva sospeso l’applicazione della Calendula da circa 2 settimane e stava ancora assumendo il Ribes nigrum, il magnesio citrato e il Colecalciferolo D3 consigliati.
Gli esami bioumorali indicavano: vitamina 25-OH-D3 9.0 ng/ml (v.n. 20-100), IgE totali 567.0 IU/ml (v.n. < 120), Phadiatop 1.82 kU/l (negativo < 0.35), IgE specifiche Dermatophagoides pteronyssinus e farinae con positività di Classe III. I restanti valori risultavano nella norma. Consigliavo dunque di continuare nel seguente modo: -adottare adeguate misure igieniche e comportamentali per minimizzare la presenza di acari, soprattutto in ambiente domestico. -completare 3 mesi di trattamento con Ribes nigrum Macerato glicerico 1 DH 50 gocce due volte al giorno -continuare con supplemento di magnesio citrato per circa 6 mesi -aumentare il dosaggio del Colecalciferolo D3 a 50.000 IU 1 fiala alla settimana per 3 mesi, quindi continuare con 1 fiala al mese fino a successivo controllo ematico tra 6 mesi Terza visita A distanza di 6 mesi rivedevo il paziente per una visita di controllo trovandolo in buone condizioni generali. Durante questo periodo si era manifestata solo una lieve riacutizzazione della dermatite al tronco, ben controllata con l'uso della crema alla Calendula con applicazioni 3 volte al giorno. Alla visita osservavo l'assenza di dermatiti in atto e un miglioramento generale del grado di idratazione cutanea. Il paziente riferiva anche una normalizzazione della funzionalità intestinale. I valori sierici di vitamina D erano rientrati nel range di normalità (35 ng/ml) e il paziente continuava con la terapia di mantenimento di 1 fiala da 50.000 UI al mese e con la supplementazione di magnesio. Commento La DERMATITE ATOPICA (DA) è una malattia infiammatoria cutanea pruriginosa a decorso cronico recidivante che si associa all'atopia, condizione multifattoriale e poligenica le cui diverse manifestazioni cliniche (rinite, congiuntivite, asma e dermatite atopica) interessano 1/3 della popolazione mondiale. La predisposizione genetica rappresenta l'elemento centrale e fattori esogeni ambientali , psicologici, trofo e/o pneumoallergeni e allergeni da contatto rappresentano gli elementi scatenanti. La dermatite atopica colpisce prevalentemente l'età infantile e tende a migliorare con la crescita, con persistenza in età adulta solo in una bassa percentuale di casi. Tuttavia sono in aumento i casi di comparsa delle prime manifestazioni in età adulta, soprattutto nei paesi industrializzati. I corticosteroidi topici (CT) sono tuttora ritenuti il trattamento farmacologico cardine e di prima scelta della DA. Sono farmaci ad azione antinfiammatoria che si applicano sulla cute lesa per trattare l'eczema in tutte le sue fasi infiammatorie e ridurre il prurito. La loro azione si esplica su numerosissime cellule dell'immunità, quali linfociti T, monociti, macrofagi e cellule dendritiche, e si ipotizza che attraverso un legame con i loro specifici recettori, i corticosteroidi topici interferiscano con i meccanismi di processazione dell'antigene sopprimendo il rilascio di citochine pro-infiammatorie. L'incidenza riportata di effetti collaterali legata all'uso dei CST di nuova generazione (es. fluticasone propionato, metilprednisolone aceponato, mometasone furoato, desonide) è molto bassa. Tuttavia va ricordato che l'uso prolungato dei CST, specie se di elevata potenza, può provocare effetti collaterali locali e, in rari casi, anche sistemici. Questi ultimi possono verificarsi con maggior frequenza nei bambini a causa dell'elevato rapporto tra superficie corporea totale e peso corporeo, circa 2,5-3 volte maggiore rispetto all'adulto. Tra quelli locali i principali sono la sovrainfezione dell'eczema, le striae rubre, l'atrofia cutanea, le teleangectasie, oltre alla comparsa di dermatiti da contatto, bruciore, eritema, follicolite o eruzioni acneiformi. Eccezionale è l'osservazione di effetti collaterali sistemici tra cui l'ipergicemia, l'ipertensione e il glaucoma. In alcuni casi è necessario associare una terapia antibiotica topica, in particolare in presenza di infezioni batteriche monofocali o di impetiginizzazioni non estese. Le infezioni cutanee nei pazienti affetti da DA sono più frequentemente causate da S. aureus, talvolta dallo S. pyogenes e dal virus H.simplex (HSV). La prevalenza della colonizzazione cutanea e/o della mucosa nasale da parte di S. aureus nei pazienti affetti da DA varia dal 60 al 100%, mentre nei soggetti di controllo senza DA vaia dal 5 al 30%. E' segnalata inoltre una correlazione tra colonizzazione batterica e severità dell'eczema. Alcune delle tossine prodotte da S. aureus agiscono come superantigeni, inducendo l'attivazione massiva dei linfociti T contribuendo ad aggravare o mantenere le lesioni cutanee. Le tossine inoltre sembrano indurre la produzione di IgE specifiche , l'attivazione di basofili e la conseguente cascata infiammatoria. Gli antimicrobici locali possono avere degli effetti collaterali locali, come dermatite da contatto e/o sviluppo di resistenza al farmaco, e per ridurne il rischio è importante limitare la durata del trattamento. In alcune situazioni particolari, come in forme gravi di DA, di difficile controllo con la sola terapia locale, o in presenza di comorbidità, possono essere proposte delle terapie sistemiche, come: -corticosteroidi sistemici che, nonostante l'effetto antinfiammatorio, non agiscono direttamente nel ripristino della barriera cutanea e al contempo possono causare diversi e importanti effetti collaterali. Spesso, inoltre, si osserva un effetto rebound, cioè la comparsa di riaccensioni dopo la loro sospensione. -antimicrobici sistemici: l'alterazione di barriera e i difetti dell'immunità innata predispongono la DA alle complicazioni infettive, principalmente batteriche ma anche fungine e virali, a volte non controllabili con la sola terapia locale. -immunosoppressori sistemici (ciclosporina, azatioprina, methotrexate): possono rappresentare una opzione terapeutica in presenza di una dermatite estesa e molto grave, che ha un forte impatto negativo anche sulla stato psicologico e sociale del paziente, ma hanno numerosi effetti avversi che richiedono un attento monitoraggio dello stato di salute del paziente. Altri trattamenti di secondo livello possono essere la fototerapia, sia nella fase acuta della DA che in quella cronica, le cure termali e l'immunoterapia specifica con l'allergene. In ogni trattamento dermatologico, sia naturale che di sintesi, è fondamentale considerare il paziente dal punto di vista globale, psicofisico. La medicina corretta è quella integrata, che agisce sia sui sintomi che sul terreno. In questo caso clinico specifico, considerata l'inefficacia della terapia steroidea locale e la presenza di ipertensione arteriosa come comorbidità, ho consigliato una terapia locale di ripristino della barriera cutanea associata ad una terapia antinfiammatoria e antimicrobica con Calendula in crema, e una terapia sistemica antinfiammatoria con Ribes nigrum MG 1 DH associata ad una supplementazione di vitamina D e di magnesio. La CALENDULA (Calendula officinalis L. - Fam. Compositae o Asteraceae) o Fiorrancio è una pianta erbacea con fusto carnoso e ramificato. Presenta foglie oblunghe, di un verde lucente, e una volta al mese durante tutta l'estate compaiono fiori color arancio, grandi, raggruppati in capolini. Della Calendula se ne utilizzano i capolini e le sommità fiorite. Per uso topico la Calendula ha una azione antinfiammatoria della cute e delle mucose, antimicotica, antibatterica e antivirale, e favorisce la guarigione delle ferite con attività cicatrizzante. Le mucillagini presenti nel fitocomplesso svolgono una attività emolliente, filmogena e protettiva che risulta particolarmente utile nel trattamento delle infiammazioni cutanee e mucose; al contempo isolano e proteggono le parti irritate condizionandone il grado di umidità. Non ha effetti collaterali descritti; teoricamente potrebbe causare reazioni allergiche crociate con altre piante della famiglia Asteraceae/Compositae (es. Camomilla), anche se la Calendula è priva dei sesquiterpeni che normalmente scatenano le reazioni allergiche alle piante di questa famiglia. Il RIBES NIGRUM (Ribes nigrum L. - Fam. Sassifragacee) è uno dei rimedi naturali più apprezzati per le sue proprietà antinfiammatorie. Di esso se ne usano tutte le parti, gemme, foglie, frutti, semi, con finalità diverse. I vari componenti hanno infatti diverse proprietà medicamentose. L'azione antinfiammatoria e antiallergica avviene attraverso l'inibizione della formazione di radicali liberi e della sintesi di alcuni mediatori della flogosi, attraverso un aumento della stabilità di membrana con riduzione della degranulazione dei mastociti e della sintesi di IgE, e attraverso un effetto mirato alle ghiandole surrenali con rilascio di corticosteroidi (soprattutto i gemmoderivati). Le foglie contengono poi i tannini e un particolare olio essenziale che ha azione sull'epitelio renale con effetto diuretico, ipotensivo e vasodilatativo. Nei frutti troviamo una vitamina C molto resistente sia al calore che alla cottura e gli antociani, utilissimi contro i radicali liberi e protettivi del microcircolo. L'azione delle gemme è mirata particolarmente alle ghiandole surrenali, con effetto antinfiammatorio e antiallergico similcortisonico senza indesiderati effetti collaterali. Il Ribes nigrum è inoltre inibitore di collagenasi, elastasi e perossidasi, ed è antimicotico (sakuranetina). Non sono note controindicazioni, la letteratura non segnala effetti secondari e tossici alle dosi terapeutiche, a meno che non vi sia una particolare sensibilità individuale. Bisogna fare attenzione nell'utilizzo della tintura e del gemmoderivato in soggetti affetti da ipertensione, mentre si consiglia cautela nell'uso dell'olio per chi assume anticoagulanti. Il magnesio è un minerale essenziale responsabile dell'attivazione di oltre centinaia di diverse reazioni biochimiche basilari per il corretto funzionamento del nostro organismo. L'alimentazione odierna e i ritmi di vita frenetici riducono al minimo la presenza di questo minerale nel nostro organismo. La supplementazione di sali di magnesio può avere molteplici funzioni tra cui quella antiallergica e antistaminica. La vitamina D viene prodotta attraverso una serie di passaggi enzimatici a partire dal colecalciferolo (vitamina D3) sintetizzato nella cute grazie all'esposizione solare. Il ruolo principale della vitamina D è quello di regolare il metabolismo del calcio e del fosfato e preservare la mineralizzazione del tessuto osseo. Più recentemente sono state studiate anche le funzioni extra-scheletriche, inclusa quella immuno-modulante e anti-proliferatva e il suo possibile ruolo nella malattie infiammatorie croniche e neoplastiche. Il recettore per la vitamina D è presente quasi ubiquitariamente nel nostro organismo, anche in tessuti extrascheletrici e in ambito dermatologico nei cheratinociti e melanociti. L'ipovitaminosi D è una condizione comune nella popolazione italiana e la sua prevalenza aumenta principalmente con l'aumentare dell'età, l'obesità, la scarsa esposizione solare e la stagione invernale, l'uso di alcuni trattamenti farmacologici, e alcune patologie autoimmunitarie e dermatologiche come la dermatite atopica. La supplementazione di vitamina D in pazienti con grave carenza e affetti da patologie dermatologiche croniche può avere un ruolo terapeutico complementare ad altri trattamenti. BIBLIOGRAFIA
1) Alessandro Formenti “Alimentazione e fitoterapia. Metodologia ed esperienze cliniche”. Tecniche Nuove, Seconda Ed. Marzo 2015.
2) Fabio Firenzuoli “Interazioni tra erbe, alimenti e farmaci” Tecniche nuove, II Edizione Febbraio 2013.
3) Ferdinando Alaimo “Erbario della salute” Terra nuova edizioni. II Ed. Luglio 2010.
4) Maria Treben “La salute dalla farmacia del Signore. Erbe medicinali: consigli ed esperienze” 32°Ed. 2015.
5) Enrica Campanini “Fitoterapia, gemmoterapia, omeopatia. Impiego terapeutico per un approccio integrato”. Ed. Tecniche nuove 2017.
6) Società italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse. Linee guida e raccomandazioni Sidemast. 2011.

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