DISPEPSIA E FITOTERAPIA : DUE CASI CLINICI della dr.ssa Nervi Isabella


CASO CLINICO 1
Maschio adulto di 36 anni, corporatura snella ma muscolosa, altezza 173, peso 67 kg , BMI 22. si presenta con sintomi e segni di tipo digestivo. inizialmente riferisce inappetenza, sonnolenza postprandiale, dispepsia, episodi di insonnia e di cefalea. riferisce, soprattutto, spiccato meteorismo “pancia gonfia” indipendentemente dal tipo di cibo assunto ma, apparentemente, più spiccata con paste lievitate e carboidrati.Alla visita presenta addome piano ma meteorico, dolorabilità spiccata in fossa iliaca sinistra e corda colica palpabile ( riferisce alvo alterno) alcune piccole macchie cutanee a livello del volto, piane e di color roseo tendenti al rosso, estremità delle mani e dei piedi fredde ma non cianotiche. nulla a livello cardio-polmonare. in anamnesi predisposizione allergica ai pollini e familiarità per diabete (nonna materna) e tumore del colon (padre e zio paterno), tumore cerebrale e gastrico (zie paterne), dislipidemie.
si richiedono esami ematici di routine per valutare la situazione generale in aggiunta di assetto lipidico, omocisteina, calprotectina fecale ed esame delle feci. in seconda battuta si valuta test intolleranze alimentari su sangue. data la segnalazione di alvo alterno e la familiarità per k colon si consiglia colonscopia nonostante la giovane età.
Si rivede con la documentazione richiesta :
– esami ematici nella norma, tranne colesterolo totale 240 mg/dl e rialzo delle LDL con basso HDL
– esame delle feci e calprotectina nella norma
– test intolleranze presenta intolleranza media al glutine e bassa all’albume d’uovo
– colonscopia negativa, congestione del plesso emorroidale interno.
Dati i risultati dei test si consiglia dieta priva di glutine per circa 3- 4 settimane, evitare verdure a foglia verde fresche, meglio se verdure cotte o radicchio rosso, ridurre l’assunzione di formaggi e latticini, no pane e paste lievitate (pizza, focacce ecc..).
Ad un colloquio più approfondito emerge un biotipo essenzialmente bilioso. si opta, perciò, per iniziare una terapia con Carciofo criotriturato. 1 cps. x 3/die ai pasti principali per 1 settimana, dalla seconda settimana 2cps x 3/die ai pasti principali per 1 mese.
Dopo 1 mese di terapia e dieta il paziente riferisce miglioramento netto della dispepsia e del gonfiore addominale ma riferisce astenia fisica e calo ponderale. si continua con Carciofo e.s. 2 cp x 3/die e si aggiunge Desmodio 2 cp x 3/die per altri 3 mesi, inizia reintroduzione graduale del glutine ma si consiglia ancora astensione ai lievitati. trascorsi i 3 mesi dalla terapia con carciofo e Desmodio si valuterà, in base ai sintomi/segni presenti, se iniziare un periodo finestra o proseguire per altri 3 mesi.
Si consiglia, comunque, al paziente di mantenere delle corrette abitudini alimentari, evitando cibi lavorati e lievitati e di ripetere i trattamento con i farmaci fitoterapici ai cambi stagionali, proseguendo per almeno 2-3 mesi consecutivi o secondo la sintomatologia.

IL CARCIOFO
il carciofo ( Cynara scolymus) è una pianta della famiglia delle Asteraceae coltivata in Italia e in altri paesi per uso alimentare e medicinale. è una pianta erbacea perenne provvista di un rizoma sotterraneo dalle cui gemme si sviluppano più fusti che, all’epoca della fioritura, si sviluppano in altezza con una ramificazione dicotomica. il fusto , come in tutte le piante a “rosetta”, è molto raccorciato (2-4 cm), mentre lo stelo fiorale è robusto, cilindrico e carnoso, striato longitudinalmente. le foglie presentano uno spiccato polimorfismo anche nella stessa pianta e si presentano grandi, oblunghe, lanceolate, con lamina interna nelle piante giovani e in quelle prossime ai capolini. la superficie della lamina è verde lucida o verde-giallastra sulla pagina superiore, mentre nella pagina inferiore è verde-cinerea per la presenza di una fitta tomentosità le estremità delle lacinie fogliari possono essere spinose in alcune varietà ( spinoso di Palermo, spinoso sardo).il carciofo è una tipica pianta degli ambienti mediterranei. il suo ciclo naturale e’ autunno-primaverile: alle prime piogge autunnali le gemme del rizoma si risvegliano ed emettono nuovi getti. i primi capolini sono emessi verso la fine dell’inverno, a partire dal mese di febbraio. in tarda primavera la pianta va in riposo con il disseccamento di tutta la parte aerea. dopo l’acqua i componenti principali del carciofo sono i carboidrati, tra i quali si distinguono l’inulina e le fibre. i minerali principali sono il sodio e il potassio , il fosforo e il calcio. tra le vitamine prevale la presenza di b1, b3 e piccole quantità di vitamina c. piu’ importante per spiegare le attività farmacologiche degli estratti di carciofo è la presenza di un complesso di metaboliti secondari caratteristici: derivati dell’ acido caffeico (cinarina), flavonoidi in particolare rutina e lattoni sesquiterpenici, tra gli altri cinaropicrina, deidrocinaropicrina, grossimna, cinaratriolo. la cinarina ha effetti colagoghi. gli estratti di carciofo hanno mostrato in studi clinici di migliorare la coleresi e la sintomatologia di pazienti sofferenti di dispepsia e disturbi funzionali del fegato. la cinarina ha mostrato di essere efficace come rimedio ipolipemizzante in vari studi clinici. ha , inoltre, effetti coleretici, stimola la secrezione di bile da parte delle cellule epatiche e aumenta l’escrezione di colesterolo e di materia solida nella bile. i derivati dell’acido caffeico hanno effetti antiossidanti ed epatoprotettivi. la cinarina esplica la sua azione ipocolesterolemizzante tramite l’inibizione della biosintesi del colesterolo e l’inibizione dell’ ossidazione del colesterolo LDL. diminuisce inoltre il quoziente beta/alfa delle lipoproteine ed ha effetti diuretici, anche ingerito sotto forma di tisana realizzata con le foglie. in fitoterapia e’ utilizzata come pianta detossinante epatica adatta al biotipo bilioso. molto utile nel trattamento dei disturbi funzionali della cistifellea e del fegato, delle dislipidemie, della dispepsia non infiammatoria e nella sindrome del colon irritabile. essendo un amaro viene impiegato anche in caso di nausea e vomito, intossicazione, stitichezza e flatulenza. la sua attività depurativa ( derivata dall’azione su fegato, sistema biliare e processo digestivo) fa sì che venga usata per dermatiti legate ad intossicazioni, artriti e reumatismi. l’attività dei principi amari sull’equilibrio insulina/glucagone ne indica la possibile utilita’ come supporto in caso di iperglicemia reattiva o diabete incipiente, e l’effetto dei principi amari sulla secrezione di fattore intrinseco ne indica un possibile utilizzo in caso di anemia sideropenica.

CASO CLINICO 2
Donna di 37 anni, normopeso, BMI 21, si presenta per gastralgia e reflusso gastro-esofageo, dispepsia, non lamenta disturbi intestinali, alvo regolare, non meteorismo. in anamnesi mostra recidiva di calcolosi renale, adenoidectomia, gastroduodenite cronica, MRGE. all’anamnesi famigliare presenta k mammario (madre), sclerosi sistemica, ipertensione, gastrite cronica, ipotiroidismo autoimmune, BPCO e k faringe ( padre).
Eseguiti recentemente esami ematici ed urine che risultano nella norma. non segnalate allergie o intolleranze.
Alla visita medica si riscontra dolorabilità a livello dell’epigastrio, non altri segni di nota.
si prescrive dieta priva di grassi e bevande acide e gassate, limitare dolci e formaggi e insaccati. data la sintomatologia prettamente gastrica con reflusso si consiglia di bere una tazza di tisana calda prima ed eventualmente dopo i pasti principali; composizione della tisana: – malva, camomilla, finocchio, liquirizia, 1 cucchiaio per tazza oppure 4 cucchiai in 1l di acqua da bere durante la giornata.
In aggiunta: Mastice di Chios e.s. cps da 300 mg: 1cpx 3 v/die ai pasti principali per almeno 3- 6 mesi.
La terapia è stata iniziata dalla paziente a novembre 2017, è tutt’ora in corso ma dopo 2 mesi di terapia e dieta la sintomatologia è regredita e la digestione migliorata.

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