DISTURBI DIGESTIVI IN COLECISTECTOMIZZATO : CASO CLINICO del dr. Damiata Giovanni


Il signor D.D. è un uomo in buono stato di salute, cinquanta anni, atleta pratica sci di fondo, running e ciclismo, separato con due figlie, manager d’importante azienda francese, sempre in viaggio in Italia, saltuariamente all’estero. L’anamnesi familiare mostra un padre morto per k pancreas, non altri elementi significativi. L’anamnesi patologica remota è muta. L’anamnesi patologica prossima mostra un intervento per colecistectomia in seguito a colica non complicata per microcalcolosi nel 2013. Successivamente all’intervento, subito senza complicazione alcuna, il paziente riferisce di avere scariche diarroiche, saltuarie, soprattutto dopo i pasti nonostante abbia seguito la dieta assegnatagli dall’ospedale alla dimissione.
Al ripristino della dieta libera dopo tre mesi dall’intervento le scariche e i dolori addominali post prandiali persistono. La scala numerica del dolore si attesta sul 3/10 con esacerbazioni dopo l’ingestione anche di scarse quantità di cibo o spuntini in corso di attività lavorativa o sportiva. Dopo anni di persistente e ingravescente disagio il signor D.D. effettua due visite gastroenterologiche che diagnosticano rispettivamente “colite dndd in colecistectomizzato” e “sindrome colitica aspecifica” suggerendo colonscopia ed esami ematochimici. Il paziente si sottopone a colonscopia che diagnostica lieve colite e proctite, assenza di diverticoli né polipi. Gli esami ematochimici sono nella norma salvo un rialzo poco significativo della calprotectina fecale (85 vs 50 v.n.). I sintomi diventano però sempre più invalidanti, le scariche diarroiche persistenti e comuni dopo l’ingestione di cibo. Non vi è perdita di peso, il paziente è in buone condizioni generali, cerca di praticare ancora sport ma con sempre maggiore difficoltà, tanto che deve assumere imodium cps preventivamente a viaggi o attività. Nell’Aprile 2017 si reca presso il mio ambulatorio per chiedere assistenza: ascoltata la storia clinica, visito il signor
D.D. che appare in buone condizioni fisiche, di tipologia “biliosa”, 165 cm per 60 kg, tonico, idratato, p.a. 125/75, apparato respiratorio negativo (non fuma), addome trattabile con lieve dolorabilità al fianco sx e peristalsi presente. Segno di Blumberg negativo, Murphy negativo. Consiglio una dieta “disintossicante” per trenta giorni almeno con associata una terapia con fitoterapici e ripristino della flora batterica.
Concordo quindi con il paziente una dieta disintossicante considerando che è una persona che mangia tanto pane, pasta, spesso carne alla griglia, non ama la verdura cruda; Spesso è costretto a mangiare fuori, in aeroporto o in cene di lavoro; Raramente beve alcool, assume
5-6 caffè al giorno. Di norma fa colazione con cereali, talvolta salta il pasto per motivi di tempo.
Basandomi sul fatto che più un cibo viene assunto in quantità importanti e per lunghi tempi più può diventare fonte di intossicazione epatica e intestinale, consiglio al paziente di limitare l’introito di pane, pasta e carboidrati in genere: mangerà una fetta di pane (inizialmente non integrale) al mattino con miele per dare una supplementazione in vitamine e triptofano, con the’ lasciando in infusione almeno cinque minuti per disperdere la teina; In questo modo

potrà “gustarsi” il caffè dopo pranzo che tanto apprezza. Consiglio di assumere un paio di gallette di riso a metà mattina per mantenere un minimo di stabilità glicemica senza fare ricorso per almeno 15-20 giorni al frutto come spuntino. A pranzo consiglio di mangiare del riso o mezzo panino non integrale, con un secondo piatto di carne bianca (coniglio pollo o tacchino) o pesce (se possibile pescato) almeno 4-5 volte alla settimana. Verdura a volontà evitando però foglie fresche. Suggerisco di bere molta acqua naturale con basso contenuto in sodio durante il giorno mantenendo le urine sempre chiare e poca acqua frizzante (come gradisce) al pasto.
Alla sera, consiglio verdure di stagione, niente carboidrati, pochi legumi o carne o pesce. Suggerisco al paziente di evitare assolutamente cibi pronti, confezionati, o lievitati per cercare di detossificare il fegato in modo naturale nel migliore dei modi. Indico al paziente di mantenere la attività fisica come usa fare di solito. 2-3 allenamenti alla settimana di sport di endurance, cercando di limitare l’ uso di carne rossa in questi giorni per limitare la acidificazione già data dall’allenamento. In questi giorni userà una acqua lievemente alcalina e supplementerà con vitamina del gruppo B e integratori alcalinizzanti . Consiglio di preferire l’allenamento intenso al mattino, quando possibile, lasciando gli allenamenti di durata a basse frequenze alla sera. Non do volutamente indicazioni sul peso o le calorie non avendo il paziente alcun problema ponderale.
Questo approccio dietetico-detossificante andrà mantenuto per circa due mesi e ripetuto 3 settimane prima di autunno e primavera.
Volendo associare una cura fitoterapica, inizialmente ho pensato a detossificare il fegato ed essendo un tipo “bilioso”, quindi “manageriale, con una buona struttura fisica , deciso nei
comportamenti…” ho prescritto Cynaria Scolymus, estratto idroalcolico 50 gtt per 3 volte al di a stomaco vuoto per 3 mesi. Si tratta di una pianta comune, di cui l’Italia è uno dei maggiori produttori, di origine africana antica (karshuf in arabo); La droga è la foglia che contiene principi attivi come fenoli derivati dall’ acido caffeico (cinarina titolata al 2% almeno) e flavonoidi . Contiene anche inuline e fibre idrosolubili. E’ una pianta con elevato Orac (indice di funzione protettiva anti radicali liberi). Ha funzioni epatoprotettiva, antiossidante, colagogo e coleretica (utilizzabile quindi nel paziente perché non aveva più problemi di calcoli); Inoltre ha una azione antilipidemica, data dalla inibizione della HMGCoA reduttasi, dalla escrezione di colesterolo per attività colagoga e inibizione dell’ossidazione delle LDL. (anche si il signor D.D. non aveva problemi in questo senso).
Dopo due mesi ho associato Desmodium adescens (desmovit) a dosaggio 2+2+2 estratto secco, per la sua azione detossificante epatica e anche antiallergica di base, avendo il paziente comunque riniti stagionali. Il desmodio è una pianta africana equatoriale che, come tutte le piante esposte a sole e caldo ha un elevato potere antiossidante e antiradicali liberi. Inibisce farmacologicamente le monoossidasi che agiscono sull’acido arachidonico inibendo l’infiammazione e non agendo sulla fase 1 della funzione epatica non ha grandi problemi di interazione farmacologica., tanto che viene usato anche nel coadiuvare la polichemioterapia antitumorale allo scopo di ridurne gli effetti collaterali.

Dopo quindi due mesi di Cynaria (da assumere per 3 mesi totali) e dopo un mese di desmodio (da assumere per 3 mesi almeno), ho ripristinato la flora batterica intestinale applicando il seguente protocollo: saccaromices cerevisae con enterococchi faecium (Enterelle) due dopo colazione e cena per 7 giorni, a seguire bifidobacterium bifidus bifidobacterium lactis etc (bifiselle) due dopo colazione e cena per 7 giorni, a seguire lactobacillus ramnosum e lattobacillo acidophilus etc (Ramnoselle) due dopo colazione e cena per 7 giorni associando un frutto al momento della ingestione dei fermenti lattici per fornire fruttosaminoglicani come substrato energetico agli stessi fermenti.
Conclusioni:
Dopo circa 1 mese di dieta disintossicante con l’aggiunta di Cynaria il paziente mi riferisce di essere “rinato” dopo anni: questo mi fa pensare che il problema fosse innanzitutto una intossicazione da alimentazione non corretta con verosimile colite aspecifica che non aveva beneficio, se non temporaneo, con l’uso di Rifaximina e “fermenti lattici” a cicli. Il paziente si scarica regolarmente 4/5 volte a settimana con feci formate, riesce a lavorare a allenarsi normalmente senza più disturbi.
Dopo circa un mese, proseguendo con i fitoterapici come sopra esposto, inizia a reintrodurre cibi di gradimento, saltuariamente farinacei, saltuariamente latticini senza avere problemi particolari.
Al controllo dopo circa 9 mesi il paziente riferisce benessere, qualità di vita normale con qualche episodio di diarrea in particolari condizioni di stress lavorativo o di cene di lavoro. Consiglio di rifare dieta detossificante a ciclo nell’arco dell’anno, almeno tre settimane prima di primavera e autunno con l’aggiunta di fitoterapici (cynaria o desmodio) una volta all’anno per almeno 3 mesi.
Suggerisco ovviamente di cercare di ridurre lo stress lavorativo!

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