MACA – LA PIANTA DEL VIGORE SESSUALE. MONOGRAFIA DELLA DR.SSA CANOSSA ROBERTA


LA PIANTA
La Maca Peruviana (nome botanico Lepidium Meyenii) è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Brassicaceae, cresce spontaneamente in America del Sud (soprattutto Perù e Bolivia) e sulle Ande ad altitudini comprese tra i 3.500 e i 4.500 metri [1], in condizioni ambientali decisamente sfavorevoli: sotto la calotta glaciale delle Ande, con venti molto forti e gelidi, temperature sotto lo zero e forti esposizioni solari. E’ particolarmente resistente, può crescere in terreni poverissimi giacché riesce a sviluppare un sistema indipendente di “auto protezione” vegetale in cui utilizza ogni sostanza nutritiva del terreno [2].

La pianta della maca ha foglie basilari grandi e picciolate, mentre le altre sono alterne e più piccole (Figura 1). I fiori, piuttosto piccoli, sono di color bianco o giallo ed i frutti si presentano già secchi. Le radici sono tuberose e carnose e somigliano alla patata, al ravanello o alla rapa, per crescita, dimensioni e consistenza [3]. Secondo il colore della radice possiamo distinguere diversi tipi di maca (Figura 2): la maca gialla (gold maca) è la varietà più popolare e comune, segue la maca nera (black maca), infine la maca rossa (red maca / pink maca) che è la varietà più rara [4]. Ognuna delle diverse varietà di radice di maca ha diversi benefici e proprietà medicinali per la salute.

CENNI STORICI
La maca (Lepidium meyenii) è stata usata per migliaia di anni dalle popolazioni indigene della Cordigliera delle Ande. Scavi archeologici hanno riportato alla luce tracce di coltivazioni primitive di maca risalenti, presumibilmente, al 1600 a.C. Altre prove archeologiche e culturali suggeriscono che, probabilmente, la Maca entrò a far parte dell’Impero Inca, anche per un uso domestico, circa 2000 anni fa [5].
La maca peruviana è da sempre considerata un alimento molto nutriente e, per questo, storicamente veniva considerata un privilegio esclusivo ad uso dei ranghi più alti della società e per i guerrieri che si fossero distinti in battaglia, che la utilizzavano come riserva energetica. Alcune volte veniva addirittura consumata direttamente sul campo, per dare ulteriore spinta nella battaglia. Si dice che la maca fosse la causa di tanta leggendaria forza del guerriero Inca e della sua resistenza durante le battaglie [5].
Oltre al significato di energia vitale, salute, resistenza e forza per prestazioni elevate che gli Incas attribuivano alla maca, un altro motivo di notorietà di questa pianta è relativo alle sue qualità afrodisiache e rinvigorenti in ambito sessuale.
Si narra che le donne dei soldati dovessero proteggersi dai compagni per evitare di essere colpite troppo duramente dalla loro estrema virilità e dal desiderio sessuale derivante dal consumo di questa radice [5].
Le sue straordinarie virtù nutrizionali, medicamentose e afrodisiache erano tali che gli Inca la consideravano un dono degli dei [5].
Anche gli eredi degli inca, gli indio della terra alta centrale del Perú, consideravano la maca un alimento altamente nutritivo, che stimola l’attività mentale, la vitalità, la resistenza ed il vigore, ma soprattutto, tra le comunità indigene, era considerato come un forte ricostituente afrodisíaco, che aumenta il desiderio sessuale tanto negli uomini che negli animali, ed in particolare modo garantiva la fertilità. Abitualmente si prendeva per assicurare il concepimento [5].
Le cronache spagnole del secolo XVI informano che dopo la conquista del Perú, i colonizzatori finirono con l’utilizzare la maca come imposta e gli indigeni la usavano per l’aumento della fertilità sia delle proprie truppe che dei loro animali [5].
A tutt’oggi la maca peruviana viene considerata un bene prezioso per le popolazioni indigene del Perù, che risiedono in montagna. E’ infatti uno degli alimenti principali della loro dieta giornaliera (dal momento che, a quelle altitudini, non cresce molto altro) e viene utilizzata in tanti modi diversi, in quanto alimento versatile come ad esempio la patata, anche se rispetto a questa ha un potere nutrizionale molto più elevato. Le radici di maca, sempre nella cucina locale, sono consumate sia fresche che secche, cotte in modi diversi, come piatto base oppure come contorno [6]. La polvere tostata invece diventa ingrediente principale nella preparazione di dolci e alcolici. La maca è anche usata dalle popolazioni locali per la vendita e il commercio nelle terre più basse, o come merce di scambio con altre colture, come ad esempio riso e mais.
Il mondo occidentale ha incontrato la maca peruviana per la prima volta nel 1843, quando venne descritta dal botanico Gerhard Walpers. In una descrizione del 1598 il frate Antonio Vásquez de Espinoza fa menzione del consumo di questa pianta da parte delle popolazioni locali, che la utilizzavano come un forte ricostituente afrodisiaco.
Solo di recente, nell’anno 1980, si mostrò interesse per questo potente tubero, anche grazie alle tante ricerche fatte da tedeschi e americani. Dopo quella data fu rinominata come: “la coltura persa degli Incas” [7]. L’attuale domanda di maca peruviana è la più alta di tutti i tempi: nel 1994 gli ettari dedicati alla coltivazione di maca non raggiungevano i 50 ettari; nel 1999 gli ettari erano diventati 1200 e oggi sono in continuo aumento [5].

DROGA VEGETALE E PRINCIPI TERAPEUTICI
La radice tuberosa, costituente la droga, ha buone proprietà energetiche ed elevata proprietà nutritiva. E’ un alimento completo: ricca di aminoacidi essenziali (circa il 10%), sali minerali e vitamine, acidi grassi, carboidrati, proteine (10%) e fibre. Per la presenza in proteine con discreto valore biologico e il contenuto in aminoacidi essenziali (leucina fenilalanina, lisina, valina, isoleucina, treonina, metionina, istidina) difficilmente presenti nel regno vegetale, può essere definita “ricostituente” ed è largamente utilizzata da soggetti che necessitano di un supporto energetico supplementare sia a livello fisico che mentale, ed anche a coloro che desiderano sviluppare la massa magra. Infatti proprio la presenza degli aminoacidi ramificati (valina, isoleucina e leucina) particolarmente richiesti dalle masse muscolari per favorire la sintesi proteica, conferisce a questo superfood proprietà anabolizzanti, rendendolo un ottimo supplemento alimentare nelle attività ad alto consumo energetico e un coadiuvante dell’aumento della massa muscolare negli sportivi [8].
Al contrario di molte piante energizzanti la maca, però, non contiene stimolanti nocivi. Pur essendo però priva di caffeina, la radice della maca ha un effetto simile al caffè, stimolando e riequilibrando il sistema nervoso e coadiuvando fisiologicamente le capacità di concentrazione, la lucidità mentale e la memoria divenendo così impropriamente nota coi nomi di ginseng delle Ande o ginseng peruviano [9].
In 100 g di prodotto secco sono presenti sali minerali quali il Fe (16,6 mg), Mn, Cu (5,9 mg), Zn (3,8 mg), Na, K (2.050 mg), Ca (150 mg) e vitamine del complesso B. E’ presente una equilibrata proporzione tra grassi saturi (circa 40%) ed acidi grassi insaturi (circa 54%) con presenza dell’acido grasso essenziale linoleico.
Presente una componente sterolica (in ordine decrescente costituita da beta-sitosterolo, delta-campesterolo, ergosterolo, brassacasterolo, delta-ergostadienolo), alcaloidi, triterpeni, flavonoidi, glicosidi [10]. I componenti marker della specie sono i derivati benzilati chiamati macamidi e macaeni. L’olio essenziale ottenuto dalle parti aeree della maca contiene principalmente fenil acetonitrile (85,9%), benzaldeide (3,1%), 3-metossifenil-acetonitrile (2,1%). Alcuni estratti disponibili dai fornitori internazionali di materie prime offrono estratti di Maca titolati in Beta ectisterone.

PROPRIETÀ FITOTERAPICHE
La florida letteratura sperimentale, relativa all’utilità della maca andina mostra grande utilità nella gestione dei disturbi della sfera sessuale e delle complicanze relative ad alterazioni ormonali. Dagli studi scientifici condotti, la maca andina sembrerebbe:
• Aumentare la fertilità maschile. In uno studio del 2001 condotto su nove uomini sani, il trattamento con maca (1.5 o 3.0 g/die) per quattro mesi, ha dimostrato di aumentare concentrazione, motilità e motilità progressiva degli spermatozoi mentre non si sono avute modificazioni dei livelli ormonali [10]. Nel 2015 uno studio randomizzato in doppio cieco su 20 volontari, ha mostrato gli stessi risultati con risultati migliori rispetto al placebo dopo dodici settimane di terapia al dosaggio di 1.75 g/die [11]. Nei ratti l’effetto sulla fertilità maschile sembra essere maggiore con l’utilizzo di maca nera rispetto che con la maca gialla o rossa [12], ma mancano studi scientifici che confermino questa ipotesi sull’uomo.
• Ridurre la disfunzione erettile maschile. Uno studio randomizzato in doppio cieco del 2009 condotto su 50 uomini caucasici affetti da una leggera disfunzione erettile ha dimostrato dopo dodici settimane di trattamento al dosaggio di 2.4 g/die di estratto secco, un piccolo ma significativo effetto maggiore al placebo sulla funzione erettile e sullo stato psicologico relativo alla performance [13].
• Aumentare il desiderio sessuale maschile. Dopo dodici settimane di terapia con maca a basso dosaggio 1.5 g/die, ad alto dosaggio 3.0 g/die o placebo, è stato dimostrato in uomini adulti sani un aumento di desiderio sessuale significativo nei soggetti trattati che non era dovuto a cambiamenti in stato di depressione, ansia o livelli ormonali [14].
• Ridurre le disfunzioni sessuali femminili indotte da antidepressivi. In uno studio condotto per 12 settimane in doppio cieco, caso-controllo del 2010 vennero trattate con maca (3.0 g/die) o placebo 45 donne con disfunzione sessuale indotta da SSRI, e venne registrata una riduzione delle disfunzioni sessuali [15].
• Ridurre l’ipertrofia prostatica. In uno studio del 2008 è stata dimostrata una riduzione di iperplasia prostatica in ratti trattati con maca rossa [16]. Nei ratti l’effetto sul volume prostatico sembra essere maggiore con l’utilizzo di maca rossa rispetto che con la maca gialla o nera [12].
• Ridurre disturbi peri-menopausali. L’utilizzo di maca organica pre-gelatinizzata in uno studio randomizzato in doppio cieco, in quattro mesi ha migliorato la qualità della vita nelle donne in perimenopausa riducendo scalmane, sudori notturni, risvegli notturni, ansia depressione, nervosismo e cardiopalmo [17].
• Miglioramento dell’umore, energia e stato di salute. L’assunzione di maca nera o rossa per dodici settimane nella popolazione andina e nelle popolazione costiera, ha mostrato miglioramenti del tono dell’umore, dell’energia e dello stato di salute [18]. Nello stesso studio non si sono mostrati cambiamenti nel valore di emoglobina, se non nei soggetti che vivevano in alta quota con valori abnormemente elevati, in cui l’emoglobina è risultata ridotta dalla terapia [18].
• Miglioramento della memoria. Estratti di maca nera sono in grado di aumentare la capacità di imparare e di memorizzare in disfunzioni dei topi indotte da etanolo, scopolamina o ovariectomia [19] [20].
• Riduzione dell’osteoporosi post-menopausale. Nei ratti l’estratto alcolico di maca si è dimostrato efficace nella prevenzione della osteoporosi indotta dal deficit estrogenico [21]. Nei ratti l’effetto anti-osteoporotico sembra essere maggiore con l’utilizzo di maca rossa rispetto che con la maca gialla o nera.
• Effetto antiossidante, ipolipemizzante e ipoglicemizzante. Nei ratti la terapia con maca ha dimostrato di ridurre significativamente i livelli di VLDL, LDL e colesterolo totale. Ha inoltre aumentato la tolleranza glucidica e abbassato i livelli di zucchero nel sangue. Ha infine aumentato significativamente l’attività dell’enzima glutatione perossidasi nel sangue, dell’enzima superossido dismutasi nel fegato e il livello di glutatione epatico [22]. Questi risultati sono promettenti per effetti benefici di una terapia con maca in malattie croniche umane caratterizzate da alterato profilo lipidico, stato antiossidativo aggravato e abbassata tolleranza glucidica.
• Aumento della tolleranza alla fatica fisica. Nei topi una terapia con maca ha dimostrato effetti anti fatica e, in un determinato range di dosaggio, più alta è la concentrazione, migliore è la resistenza alla fatica [23].
• Riduzione dei valori di IL-6. In uno studio sulla popolazione delle Ande, il consumo di maca è stato associato a bassi valori sierici di IL-6 e miglior stato di salute generale [24].
Questi dati quindi sembrerebbero attribuire alla maca andina reali benefici sulla funzione sessuale, attraverso meccanismi indipendenti dal controllo ormonale, tuttavia non ancora del tutto caratterizzati. Non sono ancora stati effettuati studi che possano giustificare alcuni utilizzi popolari della maca come ad esempio trattamento per anemia o la calvizie.

EFFETTI COLLATERALI
Studi sperimentali hanno provato che un consumo a dosaggi terapeutici a breve e lungo termine non produce tossicità in vitro e in vivo [25]. I rischi derivanti dal consumo di maca sembrano essere minimi (in Perù le sue applicazioni nutrizionali sono molto vaste e supportate da una tradizione centenaria). Se ne sconsiglia l’uso in gravidanza, in allattamento ed in presenza di disturbi tiroidei, prostatici ed endocrini. Nelle radici di maca si riscontrano elevate concentrazioni di glicosinolati, sostanze gozzigene che – in combinazione con una dieta povera di iodio – possono causare il gozzo. Va comunque precisato che il contenuto di iodio nelle radici di maca è significativo, specialmente in quelle di colore più scuro (rosso, nerastro o porpora) [26].

POSOLOGIA E SCHEMI TERAPEUTICI
Nonostante dagli studi non sia emersa tossicità nei trattamenti a lungo termine, generalmente viene raccomandata una cura della durata di minimo 30 giorni fino ad un massimo di quattro mesi con un dosaggio di 1.5 – 3.0 g/die.

BIBLIOGRAFIA
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[2] Dal sito Guida Erboristeria: “Caratteristiche e Proprietà della Maca” URL: https://www.guidaerboristeria.it/0011758_proprieta-maca.html
[3] Dal sito Green Family Service, “Maca” URL: https://www.greenfamilyservice.net/19-maca
[4] Dal sito Nutra Val, Nutraceuticals Of Value “Maca: Le Proprietà e Le Varietà” URL: https://www.nutraval.com/it/blog/maca-benefici-varieta.html
[5] Dal sito Wellvit Online: “Maca: Una Storia Antica e Affascinante”. URL: https://www.wellvitonline.com/maca-una-storia-antica-e-affascinante/
[6] Dal sito Macro Librarsi, “Maca: le Virtù Salutari del Tubero degli INCAS” URL: https://www.macrolibrarsi.it/speciali/maca-le-virtu-salutari-del-tubero-degli-incas.php
[7] Dal sito Cure Naturali: “Maca delle Ande, quando e come utilizzarla” URL: http://www.cure-naturali.it/maca-ande/2186
[8] Dal sito di Humanitas Research Hospital: “Maca” URL: https://www.humanitas.it/enciclopedia/integratori-alimentari/maca
[9] Dal sito Accademia del Fitness: “Piante ed Estratti Vegetali ad Azione Adattogena” URL: http://www.accademiadelfitness.com/piante-ed-estratti-vegetali-ad-azione-adattogena/
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