SCHISANDRA BUON ADATTOGENO ED IMMUNOSTIMOLANTE : monografia del dr. Favalli Roberto


Presso tutte le culture e nelle medicine tradizionali si trovano delle piante adattogene, cioè delle specie vegetali in grado di aumentare la resistenza dell’organismo a stress endogeni ed esogeni, migliorando la performance fisica e mentale, in risposta a stimoli di natura fisica, chimica e biologica. Il termine adattogeno viene infatti dal vocabolo latino adaptare e da quello greco genes (“prodotto da”.) e fu coniato nel 1947 dallo scienziato russo N.V. Lazarev per descrivere l’effetto del dibazolo (2-benzil-benzimidazolo), un vasodilatatore sviluppato in Francia che aumentava la resistenza dell’organismo allo stress in studi sperimentali; nel 1969 Brekhman e Dardymov stabilirono dei criteri specifici affinché una droga vegetale possa definirsi adattogena, secondo i quali un adattogeno è utile “quando la resistenza dell’organismo è diminuita o quando l’organismo è affaticato da eccessivo sforzo”.
Affinché una sostanza possa essere considerata adattogena deve:
1. aumentare la resistenza dell’organismo indipendentemente dalla natura dello stimolo nocivo (effetto non-specifico);
2. prevenire o antagonizzare i disturbi causati da agenti che provocano stress (effetto normalizzante);
3. essere sicura (tossicità minima).
L’effetto di queste piante si affianca alla risposta fisiologica che già di per sé l’organismo mette in atto quando soggetto ad uno stimolo che ne turbi l’equilibrio biologico, al fine di ristabilire prontamente l’omeostasi; tali risposte sono di carattere prevalentemente ormonale, cioè con effetti transitori, ma esistono anche vere e proprie modificazioni funzionali o morfologiche che si generano nelle persone sottoposte frequentemente a stress (per es. negli atleti sottoposti a molte ore di allenamento quotidiano) o che si sono evolute in alcune etnie nel corso di milioni di anni in risposta all’ambiente (per es. la variazione del colore della pelle in funzione dell’esposizione ai raggi solari).
Le piante adattogene non corrispondono a nessuna categoria della farmacologia classica e meno ancora hanno corrispettivi nei farmaci di sintesi: nella maggior parte dei casi, infatti, esse sono aspecifiche, agendo su differenti organi o tessuti bersaglio e provocando, nell’insieme, una risposta adattogena; ciò è dovuto al fatto che il fitocomplesso spesso si compone di principi attivi di svariata natura chimica, che sono però sinergici. Il meccanismo d’azione delle droghe adattogene è generalmente assai complicato e non sempre ancor ben compreso.
Molte droghe adattogene hanno anche azione antimicrobica ed immunostimolante, in tal modo contribuendo a migliorare le difese dell’organismo contro agenti eziologici esterni; altre hanno dimostrato di avere interessanti e promettenti effetti antitumorali, su cui la ricerca sta ora indagando.

Altre ancora hanno azione prevalentemente nootropa (dal Greco noos, “mente”, e tropein, “sorvegliare”), cioè migliorano la performance mentale e l’umore; alla classe delle droghe nootrope appartengono tutte le piante contenenti metilxantine (caffeina e derivati), che sono più propriamente degli stimolanti.
Proprio per la loro caratteristica di migliorare le risposte dell’organismo, l’utilizzo di droghe adattogene non è necessariamente circoscritto a stati patologici, ma rientra piuttosto nel campo del benessere e della prevenzione: alcune risultano per esempio assai utili per aiutare a prevenire, durante la stagione invernale, le malattie da raffreddamento. Naturalmente sono anche molto utili negli stati di convalescenza ed in generale di astenia.
Le principali piante adattogene sono: Ginseng, Eleuterococco, Astragalo, Schisandra, Rodiola, Uncaria, Witania, Brionia.

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