TONSILLE: ALLARME ANTINCENDIO DEL NOSTRO ORGANISMO. CASO CLINICO DEL DR. STINCO SERGIO


Azzurra (nome di fantasia) è una ragazza di 17 anni, alta 162 cm, peso 56 kg, carnagione chiara, occhi chiari, costituzione tendenzialmente flemmatica (linfatica), normale sviluppo puberale, razza caucasica, nata in Tunisia da genitori italiani (primogenita).
La primissima infanzia è stata molto travagliata: diagnosticatole un reflusso vescico-renale con continue infezioni delle vie urinarie, veniva sottoposta per tutto il primo anno di vita a trattamento antibiotico con trimetoprim/sulfometoxazolo e a indagini diagnostiche compresa la cistoscintigrafia.

A partire dal compimento del primo anno di età ha iniziato a sviluppare tonsilliti febbrili recidivanti trattate con ripetuti cicli di terapia antibiotica, tanto che la bambina intorno ai 5-6 anni ha sviluppato anche una reazione allergica alle cefalosporine. Da allora lo sviluppo di Azzurra è stato accompagnato da continue ricadute di flogosi tonsillare, cui si associarono a partire dall’epoca prepuberale, artralgie a sede migrante. Nel mese di marzo 2017, in seguito all’ennesima riacutizzazione di tonsillite febbrile con multipli dolori articolari soprattutto ai polsi, al rachide lombosacrale e al bacino, è stata ricoverata in reparto di Pediatria. Durante la degenza è stata sottoposta all’ennesimo trattamento antibiotico con claritromicina e poi con amoxicillina per la positivizzazione del tampone faringeo allo streptococco. Agli esami ematici si riscontrava normalità di C3, C4, FR, Immunoglobuline IgA e IgM; il titolo antistreptolisinico (TAS) era appena positivo (205 U/L), le IgG erano aumentate (1830 mg/dl) ed era presente attivazione autoimmune con titolo ANA 1:640 e Anti-SM debolmente positivi (Anti-DNA nativo negativi). Per il persistere dei dolori, alla terapia antibiotica venivano associati FANS. Dopo la dimissione, proseguiva Naprossene fino al mese di maggio 2017, registrando altri due episodi di tonsillite ma senza artralgie. Ai controlli ematochimici successivi, persisteva alterato il titolo degli ANA (1:640) e il TAS (409 U/L) in ottobre 2017. Il collega reumatologo, alla visita del mese di ottobre 2017, vista l’assenza di sintomi reumatici, manteneva in follow up la ragazza fissando nuovo controllo in aprile 2018, la inviava a controllo otorinolaringoiatrico e raccomandava tampone faringeo e terapia antibiotica mirata alle successive ricadute di faringotonsillite.

All’inizio del mese di marzo 2018, i genitori di Azzurra, in seguito all’ennesima recidiva di tonsillite febbrile, stanchi di dovere sottoporre la figlia a continui trattamenti antibiotici, la condussero per la prima volta nel mio studio chiedendomi una valutazione urgente. Visitando rapidamente la ragazza, non essendo in appuntamento programmato, confermai l’ipertrofia tonsillare, in assenza di infiltrato purulento, associata a linfoadenomegalie flogistiche laterocervicali bilaterali. La prima prescrizione fu un fitoterapico composito a base di Cochlearia officinalis in estratto alcoolico alla dose di 30 gcc prima dei tre pasti. Il prodotto ha la seguente composizione e le seguenti dosi giornaliere: Cochlearia officinalis erba 150 mg, Echinacea purpurea pianta 150 mg, Achillea millefolium fiori 90 mg, Pulmonaria officinalis erba 90 mg, Marrubium vulgare sommità fiorite 90 mg, Eucaliptus globulus 90 mg, Agrimonia eupatoria erba 90 mg, Thymus vulgaris sommità fiorite 75 mg, Armoracia rusticana radice 75 mg, Rosmarinus officinalis foglie 60 mg, Tilia platyphyllos fiori 60 mg, Illicium verum frutti 60 mg, Sambucus nigra fiore 45 mg, Allium sativum bulbi 30 mg. Pur non soffermandomi sulle proprietà di ciascuna pianta, ritengo opportuno commentare sulla Cochlearia officinalis essendo tutte le altre piante utilizzate per potenziarne gli effetti, permettendo l’uso di dosi molto basse, e per il loro effetto depurativo sull’organismo.
La Cochlearia officinalis è una pianta erbacea spontanea, appartenente alla famiglia delle Brassicacee, a ciclo biennale o annuale. In Italia si trova (fa parte della flora archeofita naturalizzata), in pianura e bassa collina, in Lombardia, Veneto e Abruzzo; incerta la presenza in Piemonte e Toscana; estinta nelle Marche; è presente anche in altri paesi del nord Europa, come la Scozia e la Gran Bretagna, quasi come se nella Creazione si fosse voluto fornire una fonte di vitamina C anche laddove non ne erano disponibili altre. Utilizzata anche in fitoalimurgia, la pianta deve il nome alla caratteristica forma delle sue foglie, appunto, “a cucchiaio”. Se le foglie vengono sfregate, rilasciano un odore paragonabile a quello della senape, non a caso della stessa famiglia botanica. Si utilizza la pianta fiorita allo stato fresco per sfruttare al massimo la concentrazione di vitamina C, che si degrada all’aria, al caldo, alla luce; la quantità di vitamina C è paragonabile a quella delle arance. La si può conservare non più di due giorni, in un contenitore ermetico posto al riparo dalla luce. Tra i principi attivi contenuti, sono presenti piccole quantità di olio essenziale, sali potassici, resine e pectine. Tipico di questa pianta, così come di tutte le crucifere, è l’azione dell’enzima mirosina sullo specifico glucoside della pianta, che va poi a formare molecole attive specifiche; nel caso della coclearia, si forma la coclearina. Iodio, isosolfocianato di butile e acido ascorbico (o vitamina C) completano i principali costituenti di questa pianta; inoltre nei rizomi e nelle radici essiccate si ritrova la vitamina B1.

Attività principali:
 antiscorbuto, per l’alto contenuto in vitamina C.
 Raffreddore e affezioni delle alte vie aeree.
 Digestiva, eupeptica soprattutto nei casi di digestione lenta o ipocloridria (in eccesso può causare iperacidità e irritare le mucose gastro-intestinali).
 Antisettica per la presenza e particolare composizione del suo olio essenziale. Foter e Golick hanno dimostrato che i vapori delle radici di Coclearia, sono dotati di un effetto inibitorio sullo sviluppo della Serratia marcescens, del Bacillus subtilis, dell’E. Coli, del Mycobacterium phlei e del Mycobacterium tuberculosis var. hominis. È anche sfruttabile per via topica attraverso delle applicazioni di parti della pianta sul punto interessato, oppure per via interna, attraverso dei collutori, ottenuti pestando e lasciando macerare la pianta fresca in acqua fredda, e infine filtrando prima dell’utilizzo. Lasciata macerare per almeno una settimana in alcool, si ottiene una tintura alcoolica; una variante molto usata è quella di lasciarla in macerazione nel vino bianco. Sfruttata anche dalla cosmetica, entra a far parte della composizione di diverse creme e lozioni, per le più svariate applicazioni: dalla stimolazione alla crescita dei follicoli dei capelli, alle creme scavanger – anti radicali liberi, ai gel disinfettanti. Un uso eccessivo può causare gastrite.

Dopo una settimana di terapia la fase acuta era superata, Azzurra stava molto meglio, apiretica, non presentava più faringodinia; all’ispezione, le tonsille si presentavano ancora ipertrofiche ma di grado ridotto rispetto alla settimana precedente. Pertanto, consigliai la seguente terapia associando questi gemmoderivati in macerato glicero-alcolico alla prima diluizione decimale e al dosaggio di 70 gcc al dì, uno prima di colazione, uno prima di pranzo, uno prima di cena:
 Carpinus Betullus: parte utilizzata gemme fresche. A livello sistemico, stimola nel midollo osseo la linea megacariocitaria migliorando il numero e la funzionalità delle piastrine; corregge, inoltre, la sindrome iper-alfa2-gamma-globulinica, aumenta le albumine plasmatiche incrementando le difese immunitarie. Agisce su molti distretti corporei; in questo caso, è stato sfruttato l’organotropismo nei confronti delle vie aeree, a livello delle quali esplica azione antinfiammatoria, antispasmodica e cicatrizzante. Ulteriore organotropismo: seni nasali e paranasali, polmoni, fegato (corregge l’insufficienza epatica caratterizzata da ipergammaglobulinemia e piastrinopenia, potenziando il potere coagulante). Privo di tossicità, l’uso va limitato entro le 8-10 settimane.
 Alnus glutinosa: parte utilizzata gemme fresche; riequilibra e stimola il Sistema Reticolo Endoteliale (SRE), ha un’azione antiflogistica sistemica agendo su qualsiasi organo o tessuto in flogosi cronica; modesta attività antitrombotica; stimola la granulopoiesi, in particolare i mielociti, i polimorfonucleati, i granulociti e la serie eosinofila. Aumenta le albumine sieriche e riduce tutte le altre componenti elettroforetiche (soprattutto sindrome iperalfa1-alfa2). Ottima azione antiflogistica sulle pareti vascolari arteriose (arteriti sistemiche o postumi ischemico-emorragici). Rimedio della flogosi essudativa e suppurativa in fase acuta, domina i processi di fibrinosi post-infiammatoria. Può essere usato in supporto all’antibiotico (permette la riduzione della durata del trattamento) o, nei casi di flogosi in stadi più iniziali, in sostituzione all’antibiotico, per tutte le mucositi. Migliora il tono dell’umore. Privo di tossicità.
 Betulla pubescens: parte utilizzata gemme fresche (in meristemoterapia vengono usati anche gli amenti freschi, la scorza interna di radice, le giovani radici ma con indicazioni differenti); stimola la detossificazione epatica attivando le cellule del Kupffer, attiva i mastociti midollari, i macrofagi e gli osteoblasti, stimola il SRE, rallenta la degranulazione istiocitaria (effetto antistaminico). Rinforza l’azione di Alnus glutinosa. Agisce sui catabolismi riducendo l’azotemia, la colesterolemia e l’uricemia e favorendo i normali livelli degli elettroliti. Sull’elettroforesi, agisce sulle lievi iper-alfa2-gammaglobulinemie. E’ il rimedio del drenaggio connettivale, di “preparazione del terreno” in preparazione e supporto ad altri gemmoderivati, soprattutto nell’adulto. Privo di tossicità (anche l’allergia alle betullacee è una controindicazione relativa).

Inoltre, considerata la lunga storia di esposizione ad antibiotici, ho prescritto integrazione probiotica con bifidobacteria 2 cps al dì per 30 giorni consecutivi, sfruttando anche l’azione immunostimolante di questi ceppi di probiotici.
Dopo 1 mese, in vista del nuovo controllo reumatologico, Azzurra fu nuovamente sottoposta a test ematici dei quali si riporta: TAS 338 U/L (in riduzione), ipergammaglobulinemia lieve all’elettroforesi verosimilmente sostenuta dal TAS ancora mosso, Proteina C reattiva normale, Velocità di eritrosedimentazione 25, ANA 1:160 (precedente 1:640), glicemia ed esame urine nella norma, normale conta leucocitaria con lieve linfopenia (1000/mm3) e lieve eosinofilia (90/mm3). Alla valutazione otorinolaringoiatrica è stata posta indicazione a tonsillectomia.
Azzurra ha proseguito il trattamento dalla fine del mese di marzo all’inizio del mese di luglio 2018 (per circa 3 mesi), godendo di pieno benessere (un solo episodio di tonsillite nel mese di luglio 2018, rapidamente regredito dopo assunzione del composito a base di Cochlearia officinalis). Nel periodo estivo ho consigliato solo immunostimolazione con Rosa canina macerato gliceroalcolico gemmoderivato 40 gcc prima di colazione.

Nel mese di ottobre 2018, la ragazza godeva di buona salute; pertanto è stato consigliato di gestire le eventuali riacutizzazioni con il composito a base di Cochlearia officinalis ed è stata prescritta terapia preventiva con una associazione dei seguenti fitoembrioestratti concentrati (macerati glicerici madre) alla dose di 12 gocce al dì (equivalenti a 120 dei macerati glicerici in prima diluizione decimale; bisogna considerare che questo prodotto presenta tre fitoembrioestratti nello stesso flacone, per cui, idealmente 120 gocce corrispondono a 40 gocce di ciascun fitoembrioestratto):
 Abies pectinata: parte utilizzata gemme fresche; stimola la crescita ossea, facilitando l’azione di apposizione del calcio (ottimizza il metabolismo fosfo-calcico), e l’eritropoiesi. Riduce lievemente le iperbetaglobulinemie, aumenta le albumine. Organotropismo: apparato scheletrico, midollo osseo, tessuto linfatico, paratiroidi. Stimola l’autorigenerazione in associazione con Betula verrucosa che, invece, rigenera il terreno. Privo di tossicità.
 Betula verrucosa: parte utilizzata gemme fresche (in meristemoterapia si utilizzano anche la linfa e i semi freschi con altre indicazioni); ha proprietà in tutto simili a Betula pubescens; si differenzia per maggiore azione sul bilanciamento del “terreno acido”, per maggiore azione diuretica e uricosurica, per una più spiccata azione sulla funzionalità splenica e pancreatica e per la più adatta indicazione d’uso nel bambino e nel giovane. È un rigeneratore immunitario polivalente ed è indicata soprattutto per patologie evolute allo stadio di ipergammaglobulinemia. Privo di tossicità.
 Rosa canina: parti utilizzate giovani getti (germogli); rimedio della flogosi essudativa tissutale e delle flogosi localizzate recidivanti. Stimola la chemiotassi leucocitaria; riduce l’iperalfa 1-2 globulinemia, aumenta le albumine; incrementa le IgA sieriche; stimola il SRE; rivitaminizzante. Antinfiammatorio e antiallergico, riequilibra le disimmunosi e sembra neutralizzare la tiramina (a questo si attribuisce l’azione sulle cefalee vasomotorie). Ottimo immunostimolante anche in prevenzione delle affezioni tipiche delle stagioni fredde. Privo di tossicità.
Alle porte del mese di gennaio 2019, Azzurra non ha più avuto ricadute di flogosi tonsillare, è in buona forma e non lamenta disturbi di rilievo.

DISCUSSIONE
Il caso esposto lascia spazio a diverse riflessioni. La prima è che l’abuso di sostanze di sintesi come gli antibiotici può condurre a stati morbosi ancora più gravi di quelli che con essi si intendeva trattare; lungi dal negare l’importanza e l’utilità di questi strumenti terapeutici (peraltro certa in fase di trattamento acuto, incerta in fase cosiddetta precauzionale), pare doveroso segnalare come la ragazza con le sue flogosi tonsillari stesse denunciando un dissesto di terreno infiammato, probabilmente anche per l’uso prolungato di molecole di sintesi. La positività dei tamponi per lo Streptococco sembra più una conseguenza che non una causa del malessere. Analizzando anche il pannello degli esami ematici, in particolare la tendenza all’autoimmunità con l’importante titolo degli anticorpi anti-nucleo, si può concludere che Azzurra stava virando verso fasi evolute di flogosi cronica. Dopo tutto, a parte il rimedio usato durante la prima settimana di trattamento, il lavoro fatto è stato quasi del tutto finalizzato a drenare un terreno intossicato, un intestino indebolito, una matrice inacidita e satura. Ecco che le tonsille, prontamente, non stavano facendo altro che “urlare” con grande vitalità un problema interno.

Molto interessante è stata anche la velocità di risposta della ragazza, a testimonianza che i meccanismi di ripristino dell’organismo, se ben attrezzati, sono sbalorditivi (soprattutto in un’adolescente), malgrado la storia travagliata.

La fitoterapia, con il suo approccio dolce, è senz’altro uno strumento di cura altamente risonante con la fisiologia dell’essere umano, e lo aiuta a recuperare le situazioni di omeostasi che talora vengono perdute. Certamente, non è sufficiente da sola a realizzare un percorso di cura olistico, ma contribuisce in maniera incisiva; sarebbe stato interessante anche approfondire il contesto psico-emotivo di Azzurra e della sua famiglia alla sua nascita e nelle fasi successive della crescita sopra accennate, valutando la correlazione tra il vissuto biografico e familiare e le manifestazioni fisiche; indispensabile, inoltre, è associare alla fitoterapia un’alimentazione adeguata, riducendo al minimo lo stimolo infiammatorio e uno stile di vita salubre con un adeguato apporto di attività fisica.

A prescindere, tuttavia, da quanto detto, un dato di fatto rimane certo: questo percorso di cura è stato avviato in un momento decisivo dell’esistenza: l’adolescenza, ovvero il ponte tra l’infanzia, con tutto il significato che questa epoca porta con sé per l’individuo soprattutto in relazione con i genitori e la famiglia di origine, e l’età adulta, con tutto il significato che questa epoca porta con sé per l’individuo soprattutto in relazione con se stesso, con tutti gli altri esseri umani e con la Vita in generale. Forse le piante stanno facendo più di quanto si possa direttamente constatare nel miglioramento dei sintomi fisici: stanno accompagnando una ragazza nel pieno ingresso nella Vita.

Related Posts