GRIFFONIA ANTIFAME E ANTIANSIA : monografia della dr.ssa Pagani Annamaria


La Griffonia è una pianta tropicale della tradizione africana, “scoperta” solo in anni recenti dalla fitoterapia occidentale. E’ conosciuta anche con i sinonimi botanici di Bandeiraea simplicifolia e Simplicifolia schotia o, più semplicemente come fagiolo africano.Pianta legnosa, appartenente alla famiglia delle Fabaceae (leguminose), è originaria delle zone tropicali umide dell’ Africa centro-occidentale (diffusa geograficamente dalla Liberia al Gabon) e particolarmente presente in Ghana, Costa d’ Avorio, Togo, dove è ampiamente utilizzata sia nella cucina che come rimedio nella medicina tradizionale ( le foglie vengono applicate come cicatrizzante ed il succo è utilizzato per il trattamento di affezioni renali e della vescica ).
E’ una pianta di grandi dimensioni che può raggiungere i 3 metri di altezza grazie ad un fusto legnoso ornato da foglie verdi ovali, produce fiori con calice e corolla verdognoli riuniti in infiorescenze a grappolo. La pianta fiorisce abitualmente tra Agosto ed Ottobre e giunge a maturazione in Dicembre- Febbraio ( tempo balsamico).
Essendo una leguminosa produce particolari baccelli di tonalità verde bruno che contengono numerosi semi di forma discoidale (con le superfici un po’ convesse) di un colore che spazia dal rossiccio – marrone bruno al grigio – nero, secondo il grado di maturazione. Per l’ aspetto dei suoi semi , simili a fagioli, la pianta viene anche chiamata “fagiolo africano”. Il principio farmacologicamente attivo della Griffonia è contenuto proprio nei semi .
Il tempo balsamico (periodo in cui fare la raccolta per ottenere le migliori proprietà medicinali) corrisponde alla completa maturazione, quando i semi hanno un diametro di circa 2cm, un colore nerastro e la maggiore concentrazione di principio attivo il 5-idrossitriptofano.
L’interesse verso questa pianta in Europa è relativamente recente e conseguente alla continua ricerca in campo medico-fitoterapico di prodotti sicuri con scarsi effetti collaterali. La Griffonia è infatti una pianta molto “giovane” riguardo al suo utilizzo di massa nella fitoterapia occidentale , in quanto l’interesse scientifico a scopo curativo verso di essa ha inizio solo nei primi anni ’70, per una sua applicazione nel trattamento dell’insonnia. La ricerca in campo fitoterapico ha subito un’accelerazione in seguito al verificarsi, negli anni ’80 in America, di gravi problemi conseguenti all’utilizzo di triptofano sintetico come ipnoinducente e come antidepressivo. Infatti dopo anni di intensa diffusione del prodotto , a causa dell’improvviso verificarsi di gravi effetti collaterali nei consumatori, fu vietato dall’ FDA (Food and Drug Administration) l’utilizzo di questo aminoacido di sintesi in America. Si scoprì in seguito che il problema era stato causato da alcuni contaminanti presenti nelle confezioni di una fornitura del prodotto e non specificamente causati dalla sostanza in sè, ma la proibizione all’uso di integratori a base di triptofano sintetico rimase. Questo spinse la ricerca a trovare fonti naturali di questo aminoacido, alternative ai prodotti di sintesi, e fu così che si scoprirono le virtù della Griffonia che entrò a far parte del bagaglio della moderna fitoterapia occidentale.

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